2012-01-11 16:24:02

Usa. Mitt Romney batte tutti alle primarie in New Hampshire


Primarie repubblicane la scorsa notte in New Hampshire, negli Stati Uniti. Ha prevalso Mitt Romney con il 39% di voti, seguito da Ron Paul col 23% e dall’ex ambasciatore americano in Cina Jon Huntsman, al 17%. Delusione invece per l’ex- speaker della Camera Gingrich, finito quarto, e per l'eroe dell'Iowa Santorum, solo quinto. E la corsa repubblicana per le presidenziali di novembre è stato il tema della tavola rotonda intitolata “America 2012, rilancio o declino”, svoltasi presso la sede della Rubbettino editore a Roma. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

Mitt Romney vince nel New Hampshire e compie un passo forse decisivo verso la nomination repubblicana per la Casa Bianca. L’ex governatore del Massachussets, 64 anni, mormone e un passato legato alle società di consulenza finanziaria dell’East Coast, sembra ormai avere la credibilità necessaria per compattare il frammentato schieramento repubblicano. Alia Nardini del Centro Studi Tocqueville-Acton:

“Romney ha numerosi elementi di trasversalità che lo contraddistinguono. Sa dimostrarsi estremamente capace nel parlare di questioni economiche che preocccupano l’America in questo momento, però sa assumere dove è necessario anche toni più marcatamente populisti contro, per esempio, lo strapotere di Wall Street. Romney viene criticato d’altra parte proprio per questa sua familiarità con la realtà imprenditoriale, viene percepito come un candidato che ha ancora le mani troppo addentro ai grandi mercati, alle grandi corporations”.

Sconfitti, ma non surclassati gli altri candidati, espressione di un conservatorismo più populista e legato al movimento dei “Tea Party”, per una campagna per le primarie che l’establishment repubblicano vorrebbe lunga il meno possibile, al fine di risparmiare fondi per la sfida finale con Obama. Mai come quest’anno il tema dello scontro elettorale sarà infatti l’economia, tra un debito pubblico mai così alto e un tasso di disoccupazione per la prima volta in leggero calo da mesi. Il prof. Flavio Felice della Pontificia Università Lateranense:

“Il tema del debito pubblico peserà tantissimo sulla testa di Barack Obama. Proprio di questi giorni è la polemica sul fatto che il governo Obama avrebbe fatto crescere il debito pubblico in maniera spropositata raggiungendo l’ammontare che tutti i presidenti degli Stati Uniti d’America, da George Washington fino a George Bush, hanno costruito. Il tema della disoccupazione invece potrà essere un segnale positivo che verrà usato da Barack Obama contro l’avversario”.

Un avversario che non avrà vita facile contro Obama, dato dagli analisti politici ancora in vantaggio per la vittoria finale. A favore del presidente in carica i successi in politica estera, la cattura di Bin Laden e il ritiro dall’Iraq su tutti, e un carisma mediatico ancora ineguagliato. (bf)







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