L'Iran punta il dito contro Israele per l'assassinio di uno scienziato a Teheran
Le autorità iraniane hanno reagito duramente alla morte, in un attentato dinamitardo
a Teheran, di un altro dei propri scienziati, il quarto dal 2010, avvertendo che questo
omicidio non fermerà il "progresso" del programma nucleare e puntando il dito contro
Israele. Ad accrescere la tensione anche l’annuncio da parte dell’Unione Europea di
un possibile inasprimento delle sanzioni petrolifere, mentre da Pechino è arrivato
l’invito a riprendere i negoziati sul nucleare in ambito Aiea. Ad Eric Salerno,
esperto di questioni mediorientali, Stefano Leszczynski ha chiesto se questo
attentato possa essere ricondotto a una guerra di intelligence contro l’Iran:
R. - È una
guerra vera. I morti al momento si contano solo dalla parte iraniana, ma sicuramente
le tensioni si comprendono e la situazione tenderà a peggiorare in questo clima.
D.
- Tensioni che tenderanno a peggiorare, anche per la decisione dell’Unione Europea
di inasprire le sanzioni nei confronti dell’Iran?
R. - Direi in parte
senz’altro: l’Iran ha già grandi difficoltà con il proprio petrolio; l’embargo ha
un effetto molto importante su quello che succede, non soltanto a livello economico
ma anche a livello sociale, in Iran.
D. - Nonstante l’Iran sia nell’occhio
del ciclone a livello internazionale, ha un’attività diplomatica molto intensa. Il
presidente Ahmadinejad è a Cuba, mentre il ministro degli Esteri Larijani si trova
in Turchia. Non sembra un isolamento particolarmente rigido…
R. - Credo
che, nell’insieme, buona parte della comunità internazionale ritenga che il ruolo
iraniano nello scacchiere in cui si trova, cioè in questo a cavallo tra l’Oriente
e l’Occidente, debba essere un ruolo importante.
D. - Le relazioni con
la Turchia sono molto particolari e forse c’è un interesse comune sull’attuale crisi
siriana ...
R. - Io credo che quello sia uno degli elementi importanti.
Un altro elemento importante è la questione curda e sicuramente c’è un discorso di
egemonia nella regione. La Turchia si è spostata, si è in qualche modo allontanata
dall’Europa, è tornata verso Oriente, e sta puntando a rafforzare la propria posizione
in quell’area specifica, che interessa anche all’Iran. (bi)