Congo: nota dei missionari sui risultati delle elezioni legislative
La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) continua a vivere in uno stallo politico
alquanto complesso. Mentre il Presidente Joseph Kabila ha prestato giuramento il 20
dicembre, il suo principiale oppositore, Etienne Tshisekedi continua ad affermare
di essere il “Presidente eletto”. “Come uscire dall'impasse? I due principali avversari
di Joseph Kabila, Etienne Tshisekedi e Vital Kamerhe, propongono che la comunità internazionale
contribuisca a costituire una ‘Commissione di verifica’ dei risultati delle elezioni
presidenziali. Si dovrebbe riesaminare tutto: le liste degli elettori, i voti per
deroga e, naturalmente, il conteggio delle schede elettorali” afferma in una nota,
inviata all’agenzia Fides, la Rete Pace per il Congo. “La Commissione elettorale congolese
(Ceni) sta pubblicando i risultati parziali delle elezioni legislative, che si sono
tenute contemporaneamente a quelle presidenziali. Ma molti candidati perdenti stanno
denunciando irregolarità e frodi ovunque. La commissione aveva addirittura sospeso
la compilazione dei risultati, nell’attesa dell’arrivo di un gruppo di esperti internazionali
che potevano aiutare a rendere più credibili i risultati” prosegue la nota. La Rete
Pace per il Congo sottolinea che, nello scontro politico, il perdente è la popolazione
locale:“Il popolo congolese ha già sofferto troppo. I cinque anni delle prime ribellioni
subito dopo l’indipendenza, i trenta anni di dittatura, gli otto anni di guerra con
oltre sei milioni di vittime, gli ultimi 5 anni con una classe politica irresponsabile
(corruzione, arricchimento illecito, violazioni dei diritti umani e dei principi costituzionali)
ma sempre protetta dall’impunità. Il popolo congolese non sopporta più che le sue
donne continuino ad essere violentate ogni giorno, non ce la fa più a pagare lo stipendio
mensile degli insegnanti, non tollera più che alla guida dell’esercito ci siano dei
criminali di guerra, non accetta più che le ricchezze minerarie siano sfruttate illegalmente
da società minerarie internazionali, senza alcun vantaggio economico per le popolazioni
locali, tanto meno accetta ora che non si rispetti la sua volontà espressa nelle urne.
Il popolo congolese esige la verità delle urne per poter continuare sul cammino della
democrazia, della giustizia, del rispetto dei diritti umani, della pace e dello sviluppo”
conclude la nota dell’associazione promossa dai missionari che operano nella Rdc.
(R.P.)