Ancora episodi di violenza in Kivu ma è libero fratel Evariste rapito a dicembre
È di quattro civili uccisi e otto feriti il bilancio di un’imboscata tesa a un pullman
che trasportava una ventina di passeggeri nel Kivu, provincia della Repubblica Democratica
del Congo. Attribuito a presunti ribelli delle Forze democratiche per la liberazione
del Rwanda (Fdlr), l’episodio, avvenuto nel sud del Sud-Kivu nei pressi di Fizi, si
inserisce in un clima di rinnovata violenza nell’est del Paese, culminato la scorsa
settimana con l’uccisione di almeno 45 civili in alcuni villaggi dell’area di Shabunda,
circa 600 chilometri a nordovest da Fizi. Sempre dal Kivu giunge invece notizia che
è salvo e libero il religioso rapito a metà dicembre a Beni, fratel Evariste Kasereka
Makobe. Il religioso è stato liberato la scorsa settimana dagli uomini armati, non
meglio identificati, che lo avevano prelevato all’interno del complesso della chiesa
di Saint Gustave Paida, a Beni. Ha raccontato di essere stato portato molto lontano
dalla città. La Missione Onu nella Repubblica democratica del Congo, nota con l’acronimo
Monusco, ha annunciato di aver rafforzato la sorveglianza dell’area di Shabunda con
sorvoli aerei e pattugliamenti. L’abbandono della regione da parte delle Forze armate
regolari è stata denunciata con forza dalla società civile locale. Negli ultimi 10
giorni nella vicina provincia del Nord-Kivu un contadino è stato ucciso mentre stava
lavorando nel suo campo, da presunti ribelli delle Adf-Nalu, un commerciante e allevatore
di Beni-Butembo è stato rapito per un riscatto. “Chiediamo una valutazione delle operazioni
militari in atto da giugno 2010 nell’ambito dell’operazione Ruwenzori, che doveva
contrastare le milizie attive nella nostra regione. A nostro parere, non hanno avuto
un impatto significativo sulla sicurezza dei civili” ha commentato all'agenzia Misna
Omar Kavota, vice-presidente della società civile del Nord-Kivu. (F.S.)