2012-01-10 14:38:49

Le imprese italiane nella morsa della criminalità organizzata: il fatturato della Mafia sfiora i 140 miliardi


“Le piccole e medie imprese sono le principali vittime di racket, usura e rapine da parte delle mafie che su di loro fatturano ogni anno oltre 140 miliardi di Euro”. E’ il dato allarmante che emerge dal XIII rapporto di Sos Impresa, “Le mani della criminalità sulle imprese”. Più di 190 mila le società commerciali che negli ultimi tre anni hanno chiuso i battenti, messe in ginocchio, oltre che dalla crisi da pesanti estorsioni. Il presidente della Confesercenti, Marco Venturi, ribadisce: per salvaguardare l’economia servono legalità, sicurezza e libertà d’impresa. Il servizio di Cecilia Seppia: RealAudioMP3

Dai bar ai ristoranti, dai negozi ai mercati, ai venditori ambulanti e fino agli alberghi: sono sempre di più le imprese commerciali colpite dalla criminalità organizzata che, complice la crisi, si conferma il più grande agente economico del Paese, ormai “Mafia Spa”, la prima banca d’Italia, con 65 miliardi di Euro di liquidità. Nel mirino sempre più imprese del Sud, ma anche del Nord con la ‘ndrangheta lombarda, travolte dall’usura, vera emergenza nazionale. Il commento di Lino Busà presidente di "SOS Imprese":

"Quello che abbiamo sottolineato in questo Rapporto con grande preoccupazione è che i soldi liquidi, di cui dispongono le organizzazioni criminali oggi, in un momento di grande difficoltà per il sistema creditizio italiano e per le imprese italiane, non solo avvantaggiano ulteriori acquisizioni di altre imprese da parte delle organizzazioni criminali, ma possono essere anche attrattivi per altri pezzi di imprenditoria, per la finanza deviata, perché quelli delle organizzazioni criminali alla lunga diventano mercati protetti senza concorrenza".

E’ grazie alla connivenza collusiva con il mondo politico e amministrativo che le mafie continuano ad insediarsi in modo tentacolare e ora, stando ai dati del rapporto, controllano la quasi totalità del mercato del gioco d’azzardo, dello smaltimento dei rifiuti, del ciclo delle costruzioni fino ad invadere settori nuovi e per certi versi imprevedibili, come la sanità, lo sport, l’autotrasporto. Cosa serve per fermare questo fenomeno? Ancora Busà:

“Anzitutto investire di più sulle persone che hanno denunciato. E’ importante che lo Stato sia vicino, consentendo e aiutando nel loro reinserimento sociale. Si devono prevedere delle corsie preferenziali per l’aggiudicazione di appalti per le imprese che hanno denunciato”.

Quindi, Busà mette in guardia dalla capacità camaleontica della Mafia, capace di mimetizzarsi e, nonostante il suo volto violento, di rendersi invisibile agli occhi dello Stato. “Meglio chiudere un’impresa che perdere tutto rivolgendosi agli usurai”, ribadisce il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, convinto che il governo debba attivarsi soprattutto in questo ambito per sostenere l’economia reale, la crescita e l’occupazione. (mg)








All the contents on this site are copyrighted ©.