2012-01-09 16:08:53

Usa: primarie in New Hampshire, favorito Mitt Romney


Dopo i “caucus” in Iowa, è oggi la volta del New Hampshire, prima tappa delle primarie repubblicane da cui emergerà lo sfidante di Barack Obama alle presidenziali del 6 novembre. Secondo i sondaggi della vigilia, grande favorito di questa tornata è l'ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney, mentre è in ascesa l'ex governatore dello Utah, Jon Huntsman. Se Romney dovesse aggiudicarsi il New Hampshire, metterebbe un’ipoteca sulla nomination. Ne è convinto l’americanista Bruno Cartosio dell’Università di Bergamo, intervistato da Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

R. - Se Romney vincesse in New Hampshire sarebbe una ipoteca abbastanza consistente sulla nomination, perché i due appuntamenti successivi, South Carolina e Florida, si presentano in modo diverso. E’ più probabile una vittoria in Florida che in South Carolina, ma una vittoria in New Hampshire, dove si tratta di votare e non di fare riunioni di “caucuses,” cioè di comitati elettorali, avrebbe un valore di trascinamento alto.

D. – Dopo il successo avuto in Iowa, Rick Santorum rischia di diventare una meteora, l’ennesima peraltro del campo repubblicano…

R. – E’ probabile che sia così. Potrebbe anche succedere che si vada ancora avanti a febbraio e si arrivi addirittura fino al cosiddetto "Super martedì" del 6 di marzo. Ma, in sostanza, è probabile che Santorum non riesca a competere con Romney per una serie di ragioni abbastanza spiegabili nel contesto del quadro politico statunitense di oggi: cioè, Romney, anche se si è spostato, diciamo così semplificando, un po’ a destra, è il più moderato e il più articolato nello schieramento e quindi ha più possibilità di attirare i voti degli indipendenti; Santorum, invece, è su posizioni più rigide, soprattutto sul terreno della moralità pubblica, che lo mette un po’ in difficoltà sul terreno del rapporto con gli indipendenti, che sono - tanto per i democratici, quanto per i repubblicani - il vero ago della bilancia.

D. – Mentre i riflettori sono puntati sui Repubblicani, quale strategia sta adottando lo staff elettorale di Obama?

R. – In realtà stanno studiando con molta attenzione l’andamento delle primarie repubblicane e stanno tenendo aperte opzioni diverse. Hanno cominciato a circolare analisi sull’andamento della diseguaglianza sociale e alcune di queste analisi - a cui il giornalismo democratico ha dato una qualche importanza - hanno sottolineato che le iniziative sociali di Obama hanno permesso di togliere dalla povertà 6 o 7 milioni di persone e che quindi hanno effettivamente inciso. Poi, l’altro aspetto è quello legato all’andamento delle primarie repubblicane, perché se l’esito è Romney la tattica sarà una; se l’esito fosse Santorum, che in questo momento sembra l’avversario più qualificato, la tattica sarebbe certamente un’altra.

D. – Di certo c’è che molto dipenderà dai dati dell’economia. Gli ultimi hanno registrato un calo del tasso di disoccupazione. Un dato che sorride evidentemente ad Obama…

R. – E, infatti, è su questo che l’opinione pubblica simpatizzante per i Democratici, o comunque liberal, sta giocando le sue carte. Stanno dicendo: ecco, ci abbiamo messo del tempo, ma le iniziative sono servite, stiamo uscendo dalla depressione. L’altro addentellato di questo discorso è l’accentuazione del discorso di Obama nei confronti dell’Europa, dicendo all’Europa: noi abbiamo fatto la nostra parte, e questo lo dimostra, adesso voi datevi da fare. (bf)







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