2012-01-09 14:46:39

Crisi economica Ue: Merkel e Sarkozy discutono della "Tobin tax"


La crisi economica e del debito domina ancora lo scenario europeo. Mentre oggi a Bruxelles si è aperto il tavolo dei negoziatori per arrivare ad una nuova Unione economica rafforzata, che potrebbe punire con sanzioni i Paesi meno virtuosi, a Berlino s’incontrano il presidente Sarkozy e la cancelliera Merkel per trovare un’intesa sull’ipotesi "Tobin Tax". Intanto, si amplia la spaccatura con la Gran Bretagna isolata dal resto dell’Ue. A Pier Virgilio Dàstoli, presidente del Movimento europeo, Stefano Leszczynski ha chiesto se le riforme proposte serviranno a rafforzare il sistema europeo: RealAudioMP3

R. – E’ evidente che il problema della crisi non si risolve esclusivamente attraverso la disciplina di bilancio ed è anche evidente che non è possibile affermare, come per ora si afferma, che il rafforzamento dell’unione economica si ottenga esclusivamente attraverso quello che è stato chiamato il "Fiscal Compact", cioè l’unione fiscale. Ci vogliono degli strumenti che non possono essere certo ottenuti attraverso un trattato internazionale, possono essere ottenuti soltanto attraverso politiche dell’Unione; ci vogliono degli strumenti diversi per garantire la crescita e lo sviluppo.

D. – La riunione dei "Cento più uno", che si è aperta oggi a Bruxelles, si concentrerà soprattutto sulle questioni fiscali e, tra l’altro, sulle questioni sanzionatorie per gli Stati meno virtuosi…

R. – Queste sanzioni poi sono di carattere finanziario. E’ come porre degli strumenti ancora peggiori per i Paesi che hanno bisogno invece di strumenti di aiuto. Quindi, non è attraverso queste sanzioni che si risolve il problema.

D. – Nel concerto europeo, l’unico Paese che al momento si è isolato è l’Inghilterra. Un nuovo impulso nel senso della crescita potrebbe, a sorpresa, venire proprio dall’Inghilterra?

R. – Il Regno Unito è considerevolmente interessato al tema del mercato interno. Questo è uno dei temi – quello del rilancio e della realizzazione completa nel mercato interno – che per ora mancavano nel trattato internazionale e sul quale insiste molto anche la Commissione Europea e, quindi, è uno degli elementi del rilancio dell’economia. Certo, per ora, da tutte le dichiarazioni che vengono fatte, il Regno Unito non è il Paese da cui parte il rilancio. La mia opinione, e che poi è anche l’opinione del movimento europeo che presiedo, è che come in altri momenti della storia europea bisogna che ci sia qualcuno che si assuma la responsabilità di indicare un progetto, un metodo e un’agenda per rilanciare il sogno europeo.

D. – Insomma, l’Europa sente anche il bisogno di ritornare alla politica alta...

R. – Noi abbiamo un livello di disoccupazione, in Europa, che è arrivato ad oltre il 10 per cento e abbiamo 87 milioni di poveri. Bisognerà tornare all’alta politica. Non è questo un bricolage di un trattato che si limita esclusivamente a porsi il problema della disciplina di bilancio. (ap)







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