Nigeria. I leader cristiani: vittime di pulizia etnico-religiosa
In Nigeria “è in atto una pulizia etnica e religiosa sistematica”. La denuncia arriva
dai leader cattolici e protestanti del Paese africano, vittima da giorni di aggressioni
mirate contro i cristiani del nord. Oltre quaranta morti in 72 ore, questo il bilancio
degli attacchi, a quattro giorni dalla scadenza dell’ultimatum lanciato dalla setta
islamista “Boko Haram”, che ha rivendicato i massacri. “Andate via o sarete uccisi”,
avevano minacciato gli estremisti, che progettano di imporre la sharia negli
Stati del nord, a maggioranza musulmana. “I terroristi stanno strumentalizzando la
religione per esclusivi obiettivi di potere”, ha affermato in un'intervista al sito
"Vaticaninsider" l’arcivescovo di Lagos, mons. Ogokie, mentre “i cristiani - ha aggiunto
- non si sentono protetti dallo Stato, che ha dimostrato di non essere in grado di
garantire la sicurezza dei propri cittadini". Gli ultimi attacchi ieri nello Stato
nordorientale di Adamawa, nel quale oggi vige “un coprifuoco di 24 ore”. Una misura
presa dalle autorità locali, musulmane, nel tentativo di stroncare sul nascere un
conflitto che minaccia di portare il Paese sull’orlo di una guerra civile, dopo che
ieri i miliziani avevano combattuto con le forze di polizia nella città di Potiskum.
Intanto, il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan, che il primo gennaio aveva dichiarato
lo stato di emergenza in alcuni Stati del nord, è intervenuto in televisione per spiegare
al Paese la decisione di eliminare le sovvenzioni statali al petrolio. “Un provvidemento
nell’interesse della Nigeria”, ha affermato il presidente, che ha portato tuttavia
al raddoppio del prezzo del greggio, scatenando l’ira dei sindacati. Annunciato per
domani uno sciopero generale in tutto il Paese. (A cura di Michele Raviart)