Il Papa battezza 16 bambini nella Sistina: educare è arduo, serve la testimonianza
della fede
Con la preghiera e la fedeltà ai Sacramenti, i genitori diventano per i figli testimoni
della verità di Dio. È l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto dalla liturgia della
Messa di questa mattina, presieduta nella Cappella Sistina nel giorno in cui la Chiesa
celebra la solennità del Battesimo di Cristo. Come da tradizione, durante la cerimonia
il Papa ha impartito il Sacramento del Battesimo a un gruppo di 16 bambini. All'Angelus,
il Pontefice ha ripetuto che solo Cristo può darci la "dignità e il potere di diventare
figli di Dio". Il servizio di Alessandro De Carolis:
(canto)
Parlare
al cuore dei figli con la “voce della verità”, quella di Dio. Il compito complesso
e sublime di ogni genitore cristiano. Sotto gli affreschi della Sistina e davanti
ai piccoli visi dei neonati schierati di fronte a lui in braccio ai genitori – sei
femminucce, tra cui due gemelle, e dieci maschietti – Benedetto XVI ha seguito il
sentiero spirituale tracciato dalle letture della Messa per ribadire a mamme e papà
che quella del Battesimo è stata la loro “prima scelta educativa”, scelta “fondamentale”
perché è la prima testimonianza di fede offerta ai figli:
“Educare
è molto impegnativo, a volte è arduo per le nostre capacità umane, sempre limitate.
Ma educare diventa una meravigliosa missione se la si compie in collaborazione con
Dio, che è il primo e vero educatore di ogni uomo”.
Dal profeta
Isaia, il Papa ha tratto la certezza che Dio vuole dare ai credenti “cose che – ha
detto – ci fanno bene”, anche se talvolta, ha proseguito, “usiamo male le nostre risorse”
per “cose che non servono, anzi, che sono addirittura nocive”. Dio, ha affermato,
“vuole darci soprattutto Se stesso e la sua Parola”, i Sacramenti, ovvero le fonti
alle quali chi educa deve necessariamente attingere:
“I genitori
devono dare tanto, ma per poter dare hanno bisogno a loro volta di ricevere, altrimenti
si svuotano, si prosciugano. I genitori non sono la fonte, come anche noi sacerdoti
non siamo la fonte: siamo piuttosto come dei canali, attraverso cui deve passare la
linfa vitale dell’amore di Dio. Se ci stacchiamo dalla sorgente, noi stessi per primi
ne risentiamo negativamente e non siamo più in grado di educare altri”.
Se
invece preghiera e vita sacramentale sono l’anima di una madre e di un padre, i loro
figli potranno goderne gli effetti, sotto forma di una educazione davvero “alta”:
“La
preghiera e i Sacramenti ci ottengono quella luce di verità grazie alla quale possiamo
essere al tempo stesso teneri e forti, usare dolcezza e fermezza, tacere e parlare
al momento giusto, rimproverare e correggere nella giusta maniera”.
E
prima di procedere al rito del Battesimo, Benedetto XVI si è rifatto alla scena del
fiume Giordano, ricordando che “la prima e principale educazione avviene attraverso
la testimonianza”. Il Battista lo dimostra, ha asserito, non trattenendo a sé i propri
discepoli, ma indicando in Gesù il vero Maestro da seguire:
“Il vero
educatore non lega le persone a sé, non è possessivo. Vuole che il figlio, o il discepolo,
impari a conoscere la verità, e stabilisca con essa un rapporto personale. L’educatore
compie il suo dovere fino in fondo, non fa mancare la sua presenza attenta e fedele;
ma il suo obiettivo è che l’educando ascolti la voce della verità parlare al suo cuore
e la segua in un cammino personale”.
All’Angelus, presieduto dalla
finestra del suo studio affacciato su Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha proseguito
idealmente la riflessione della Messa spostando però l’accento sul fatto che ogni
essere umano, pur non essendo necessariamente un genitore, è comunque un “figlio”.
Ciò, ha continuato, aiuta a maturare un atteggiamento di accoglienza verso la vita
come un “dono”. E inoltre, il sentirsi figlio suggerisce di aprire il cuore verso
Dio, Padre di tutti e che tutti ama:
“Ognuno di noi è voluto, è amato
da Dio. E anche in questa relazione con Dio noi possiamo, per così dire, ‘rinascere’,
cioè diventare ciò che siamo. Questo accade mediante la fede (…) Il Battesimo è questa
nuova nascita che precede il nostro fare. Con la nostra fede possiamo andare incontro
a Cristo, ma solo Lui stesso può farci cristiani e dare a questa nostra volontà la
risposta, la dignità, il potere di diventare figli di Dio, che da noi non abbiamo”.
Al termine dell’Angelus, il Papa ha salutato i fedeli in cinque
lingue, “augurando ogni bene per l’anno da poco iniziato”.