"Non siamo davanti
a una guerra di religioni, ma a scontri che hanno soprattutto radici sociali, economiche
ed etniche". Lo afferma ai nostri microfoni p. Franco Moretti, direttore
del mensile dei comboniani Nigrizia, commentando i nuovi attacchi della
setta islamista 'Boko-Haram' contro le comunità cristiane nel Nord-est della Nigeria,
che hanno provocato decine di morti e centinaia di sfollati. "La Nigeria è un
Paese molto ricco, con immense risorse petrolifere, ma le popolazioni del Nord, stentano
a godere di questi beni. Se ci fossero più giustizia e armonia sociale forse questi
scontri cesserebbero del tutto" spiega Moretti. "Al Nord il conflitto fra cristiani
e musulmani nasce soprattutto dal fatto che i primi hanno goduto dei frutti della
modernità, mentre i secondi, anche per tradizione, hanno sempre rifiutato il progresso"
aggiunge il direttore di Nigrizia. "Anche vent'anni fa nel Nord c'erano stati scontri
simili, perché gruppi tradizionalisti islamici si opponevano al progresso occidentale.
Il Governo federale aveva lasciato che degenerassero per poter intervenire poi, in
un secondo momento, in modo radicale. Ora temo si riproponga lo stesso copione". "D'altronde
- spiega il direttore di Nigrizia - il Governo federale in Nigeria, come le potenze
coloniali, non si è mai interessato molto alla modernizzazione del Nord, assecondando
gli sceicchi locali. Esistono poi tensioni tra il partito del Governo centrale e i
governi locali degli stati di Nord che avversano il presidente Goodluck Jonathan,
cristiano del Sud. Alle radici degli attacchi ai cristiani ci sono perciò molte motivazioni
non religiose, ma culturali e politiche".