Mongolia: verso l’abolizione della pena di morte. Soddisfazione della Comunità di
Sant’Egidio
Un passo importante verso l’abolizione definitiva della pena di morte e la nascita
di un nuovo umanesimo asiatico: questo il valore della delibera del 5 gennaio scorso
del Parlamento della Mongolia, che ha approvato l’adozione del Secondo protocollo
opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici. In questo modo il
Paese si impegna solennemente, davanti alle Nazioni Unite, di non ricorrere più alle
esecuzioni e di lavorare con l’obiettivo dell’eliminazione totale della pena capitale
dal proprio ordinamento. Il cammino verso questo risultato è iniziato due anni fa
dal presidente Tsakhia Elbegdorj che decise di proclamare una moratoria delle condanne
e delle esecuzioni alla quale collaborò fattivamente anche la Comunità di Sant’Egidio
che oggi, in un comunicato, ha espresso tutta la propria soddisfazione per la notizia.
Già nel febbraio 2010, ricorda Sant’Egidio, la Mongolia partecipò al IV Congresso
mondiale contro la pena di morte a Ginevra e, qualche mese dopo, all’evento annuale
organizzato a Roma dalla Comunità: il quinto Congresso dei Ministri della Giustizia,
che segnò l’inizio della stretta collaborazione con la presidenza di Elbegdorj. Da
allora sono seguite l’adesione alla giornata internazionale “Città per la Vita” e,
il 21 novembre 2010, il primo straordinario risultato: il voto della Mongolia a favore
della risoluzione per la moratoria universale in seno all’assemblea generale Onu,
nonostante l’opposizione dei deputati del Partito rivoluzionario del Popolo mongolo.
(R.B.)