2012-01-06 14:28:20

I vescovi nigeriani denunciano il caro benzina: danneggia le fasce deboli


Il taglio dei sussidi statali alla benzina è intempestivo e “immorale”, perché penalizza i cittadini nigeriani già alle prese con grandi difficoltà economiche, mentre avvantaggia chi si è arricchito illecitamente sulle spalle dei poveri. Così i vescovi della provincia ecclesiastica di Ibadan, in Nigeria, hanno espresso tutto il loro disappunto per la decisione del governo di Abuja di non rinviare l’entrata in vigore del provvedimento, il primo gennaio, nonostante le obiezioni sollevate anche dalla Conferenza episcopale. L’esecutivo ha giustificato la misura con l’esigenza di tagliare la spesa pubblica, ma come anticipato dalle numerose voci critiche, essa ha fatto immediatamente innalzare i prezzi della benzina e di riflesso quelli di beni e servizi. Di qui la presa di posizione dei vescovi della Provincia ecclesiastica di Ibadan, che in una dichiarazione firmata dall’arcivescovo locale Felix Alaba Job rimproverano all’esecutivo di avere privilegiato “le considerazioni economiche sulle implicazioni morali e l’immediato interesse pubblico”. “Forse non è giusto attribuire tutti i mali della Nigeria al governo (…), ma esso deve assumersi le sue responsabilità” per questa scelta, si legge nella missiva diffusa martedì scorso. Secondo i presuli nigeriani “i poveri pagano gli interessi egoistici di quei pochi che si sono arricchiti illecitamente in collusione con chi è al potere”. A quest’ultimo proposito essi sollecitano il governo ad indagare su eventuali casi di corruzione di funzionari pubblici prima dell’entrata in vigore del provvedimento. Contro il taglio dei sussidi alla benzina si sono mobilitati i sindacati del Paese che hanno indetto per lunedì 9 gennaio uno sciopero generale. Manifestazioni di vario tipo – riferisce l’agenzia Misna - si stanno tenendo in tutte le principali città e in maniera relativamente pacifica ad esclusione di un uomo ucciso a Ilorin, capitale dello Stato di Kwara. Il centro di Kano, maggiore centro della Nigeria settentrionale è stato occupato da centinaia di dimostranti. Finora, il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha escluso la possibilità di tornare al sistema dei sussidi, perché non più sostenibile. Lo scorso mese di dicembre, la Conferenza episcopale nigeriana aveva già espresso le sue forti perplessità sulla misura, chiedendo al governo di avviare una vasta consultazione pubblica prima di procedere ai tagli. I vescovi avevano inoltre rilevato che i soldi risparmiati con l’eventuale abolizione del sussidio dovrebbero essere impiegati per migliorare le infrastrutture, il servizio sanitario, le scuole e l’agricoltura e a compensare le fasce sociali più povere. (L.Z.)







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