Giornata missionaria dei ragazzi sul tema “Anche tu come Gesù”
Ricorre oggi la Giornata missionaria dei ragazzi, che si celebra in molti Paesi del
mondo. Quest’anno la ricorrenza è incentrata sul tema “Anche tu come Gesù”. Una proposta
su cui si sofferma mons. Piergiuseppe Vacchelli, presidente della Pontificia
Opera dell’Infanzia Missionaria, organismo che promuove l’iniziativa. L’intervista
è di Alessandro Gisotti:
R. – Lo slogan
intende richiamare i più giovani a diventare protagonisti della loro vita, sentendosi
indirizzati verso scelte di vita fatte alla maniera di Gesù. Richiama inoltre la nostra
attenzione su uno dei capisaldi della spiritualità cristiana di ogni tempo e di ogni
discepolo del Signore: quello della imitazione di Gesù. Non occorre attendere la maturità
per entrare nel Mistero della persona di Gesù – che tra l’altro fu anche lui ragazzo,
chiamato a crescere in età, sapienza e grazia, cioè in tutte le dimensioni umane –
per essere testimoni. E quanto più l’età dei ragazzi appare complicata nei tempi attuali
dalle mode e dalle tecnologie, tanto più confidiamo che lo Spirito susciti in essi
non piccoli cristiani, ma veri cristiani e veri apostoli.
D. – Come
far crescere la dimensione missionaria dei bambini, dei giovani?
R.
– Un cammino di formazione missionaria dei ragazzi non può prescindere dalle tre dimensioni
fondamentali che caratterizzano da sempre la missione della Chiesa: l’annuncio, la
comunione e la solidarietà. Dobbiamo avere innanzitutto il coraggio di tornare a educare
le nuove generazioni con un annuncio esplicito di Gesù Cristo e del Vangelo; dobbiamo
aiutare i più giovani a scoprire la bellezza di avere Gesù come amico e a divenire,
con la propria vita, testimoni credibili di questa amicizia. Occorre poi, in collaborazione
con le diverse realtà educative, avviare i ragazzi su percorsi di educazione alla
mondialità, alla interculturalità, a stili di vita nuovi ispirati al Vangelo, alla
diffusione di una cultura più attenta alle questioni della pace, della giustizia,
della solidarietà internazionale, della salvaguardia del Creato … E’ necessario educarli
fin da piccoli ad aprire gli occhi sulle necessità dei fratelli più bisognosi, dei
vicini come dei più lontani; occorre accompagnarli nel saper riconoscere i segni della
speranza dei poveri e non provare paura nell’avvicinarli.
D. – Si può
soffermare sull’impegno, sulla peculiarità della missione della Pontificia Opera dell’Infanzia
missionaria?
R. – L’Opera dell’Infanzia missionaria, che si appresta
a celebrare quest’anno il 90.mo anniversario del riconoscimento di “Opera pontificia”,
appartiene alla più ampia famiglia delle Pontificie Opere Missionarie. L’intuizione
pedagogica che ne sta alla base è la consapevolezza che i ragazzi sono non solo oggetto
dell’intervento educativo ma anche soggetto della relazione educativa. L’Opera dell’Infanzia
missionaria considera pertanto i ragazzi come soggetti missionari a pieno titolo;
essa si rivolge in particolare ai ragazzi di età compresa tra gli otto ed i 14 anni,
per farne dei veri e propri protagonisti dell’azione missionaria della Chiesa. Sul
piano della solidarietà, l’Opera gestisce un Fondo universale costituito dalle offerte
provenienti dai vari Paesi del mondo a sostenere le attività delle Chiese di missione
nel campo dell’assistenza sanitaria, educazione scolastica e formazione cristiana
dei bambini. Durante lo scorso anno, l’Opera ha distribuito 18 milioni e 960 mila
dollari; poco più della metà in Africa, il resto in Asia, America Latina e Oceania.
(gf)