Padre e figlia uccisi a Roma per 5 mila euro. Il cardinale Vallini: senza rispetto
per la vita è una giungla
Lo Stato è presente e lo dimostrerà. Sono state queste le parole del ministro dell’Interno
Annamaria Cancellieri al termine del vertice al Viminale dedicato al delitto del padre
e della bimba cinesi, avvenuto ieri sera a Roma durante una rapina. Il ministro ha
espresso sentimenti di profondo cordoglio e vicinanza alla comunità cinese ed ha promesso
un’azione mirata e più incisiva delle forze dell’ordine. Dobbiamo dare un segnale
di grande attenzione alla comunità, ha concluso il ministro, ma anche restituirle
serenità. Intanto nella capitale le indagini per individuare gli assassini. Obiettivo
dei malviventi, che sarebbero italiani, era l’incasso del giorno dell’attività commerciale:
5mila euro. Per il giorno dei funerali, il Campidoglio ha proclamato il lutto cittadino.
"Sollecitiamo l'Italia a prendere tutte le misure idonee a tutelare la sicurezza personale
e patrimoniale dei cittadini cinesi" nel Paese. Così in una dichiarazione ufficiale
diffusa nel pomeriggio l'Ambasciata della Repubblica popolare Cinese in Italia. Il
duplice omicidio riporta in primo piano l’emergenza violenza nella capitale: 36 gli
omicidi avvenuti solo nel 2011. “Roma ha bisogno di un sussulto morale”, afferma il
cardinale vicario Agostino Vallini. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. – Questo
tragico episodio è espressione di un contesto di sofferenza. C’è un vuoto spirituale,
in tante persone e anche in tanti giovani che deve farci profondamente riflettere,
perché se non si ha più rispetto della vita umana, veramente, siamo alla giungla.
D.
– Ritiene che questo fatto metta solo in luce una diffusa mentalità di violenza nella
capitale o forse anche un odio verso lo straniero?
R. – Io credo che
non sia un problema solo di Roma, è un problema di tante altre città. Quanto al secondo
aspetto, l’odio allo straniero, io non mi sentirei di parlare di odio ma certo di
diffidenza, abbastanza diffusa; anche se dobbiamo riconoscere che c’è un tessuto di
solidarietà, sommerso tante volte, che fa molto, e c’è una cultura propagandata anche
dai media che certamente non aiuta e che fa vedere con sospetto chi non è dei "nostri",
per così dire.
D. – Come ridare un’anima alla nostra società?
R.
– La proposta che il Santo Padre continuamente ha dato è la strada maestra: l’evangelizzazione
è la via maestra per ricostruire e sviluppare il tessuto della fede , significa capire
e comprendere il senso vero dell’uomo. Ricordiamo quella citazione così bella della
Gaudium et spes dove si dice che chi segue Cristo, quindi chi ha fede in Lui, che
è l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo. Se non si alimenta un tessuto positivo,
l’educazione delle famiglie, l’attenzione ai ragazzi, ai giovani, insieme a quelle
politiche familiari che incoraggiano la serenità della vita, il lavoro dei giovani
- dove la componente spirituale, ma anche la componente educativa, sociale, si sviluppano
- è chiaro che il rischio c’è, ma io direi che non dobbiamo essere pessimisti, perché
ricordiamo sempre che il Codice penale esiste per una sparuta minoranza; la stragrande
maggioranza, quella che non fa notizia, è formata da persone che vorrebbero un mondo
diverso. (bf)