Nigeria: scade ultimatum contro i cristiani del gruppo islamista "Boko Haram"
Il gruppo terroristica islamica nigeriana Boko Haram ha rivendicato i tre attentati,
senza vittime, che hanno colpito in tarda serata due citta' nel nord-est della Nigeria,
quando era appena scaduto l’ ultimatum di tre giorni lanciato dai terroristi ai cristiani
perché lascino il nord del Paese, dove i musulmani sono maggioranza. Boko Haram aveva
dichiarato la sua responsabilità anche per gli attentati dei giorni scorsi. Tuttavia
l’arcivescovo di Abuja, mons. John Onaiyekan nega che nel Paese sia in atto una guerra
di religione. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
Interessi
fortissimi, soprattutto di carattere economico, premono per la destabilizzazione della
Nigeria. Per mons. Onayekan – intervistato da Tv2000, l’emittente della Conferenza
episcopale italiana - non è possibile parlare di guerra tra cristiani e musulmani,
nonostante le violenze di matrice di questi giorni. La pensano in questo modo anche
altri esponenti della chiesa locale, come il vescovo di Sokoto, monsignor Mattew Hassan
Kulah - intervistato dall’agenzia Misna - e l’arcivescovo di Owerri, mons.
John Valentine Obinna, secondo il quale il gruppo "Boko Haram" non rappresenta
il pensiero degli islamici nigeriani. Ecco la sua opinione ai nostri microfoni:
“I
principali leader musulmani dicono che questi aderenti al "Boko Haram", anche se sono
musulmani, fanno qualcosa che la maggioranza non accetta. E’ per questo che noi non
vediamo la situazione come una guerra fra cristiani e musulmani, anche se questi "Boko
Haram" vogliono imporre l’islam in tutta la Nigeria. "Boko Haram" dice di voler la
divisione della Nigeria, così che il Nord sia dei musulmani e il Sud dei cristiani”.
A
sostegno di questa tesi alcuni contatti in corso tra le due comunità che confermano
peraltro l’esistenza di un dialogo aperto tra cristiani e musulmani. Ancora mons.
Obinna:
“C’è un incontro a livello nazionale fra i leader cristiani
e musulmani. C’erano già state visite dei musulmani ai cristiani nella Chiesa di Santa
Teresa, dove sono esplose queste bombe. Quindi, sembra ci sia una distensione fra
i leader cristiani e musulmani”.
Tuttavia, resta ancora da dimostrare
il nesso causale delle violenze. Proprio in queste ore, nel nord, ci sono stati tre
3 attentati dinamitardi mentre si estende lo stato di emergenza imposto inizialmente
dal governo solo in alcune zone. Sullo sfondo nuove preoccupazioni a causa delle agitazioni
sociali: lunedì inizia lo sciopero ad oltranza proclamato dai sindacati contro l’aumento
della benzina. Il presidente Goodluck Jonathan pensa di abolire i sussidi che da decenni
hanno tenuto basse le tariffe e si teme che la decisione possa provocare un’impennata
dei prezzi di tutti i generi di prima necessità. Alcuni osservatori parlano di malgoverno
a fronte di problemi quali disoccupazione e povertà che affliggono la popolazione
nigeriana. A confermare le difficoltà della società civile anche mons. Obinna:
“Serve
dare più aiuto alla gente che non ha lavoro e che ha la necessità di costruire strade.
La crescita dei prezzi ha toccato la gente e per il momento c’è bisogno di fare qualcosa
per dare conforto, altrimenti la gente sarà esasperata”.