Kenya: appello di leader cristiani e islamici per il disarmo
“Troppe armi non possono che portare alla violenza e alle uccisioni”: è un passaggio
del messaggio che i rappresentati cristiani e islamici della zona di Isiolo, in Kenya,
hanno lanciato e che tutti i media del Paese hanno ripreso. Un appello seguito alle
violenze avvenute tra il 25 e il 27 dicembre scorsi nelle quali hanno perso la vita
10 persone. A far scattare la scintilla una disputa tra diverse tribù riguardo un
furto di bestiame ma anche le voci sulla prossima costruzione di un centro turistico
nella zona, la cui presenza ha causato interessi da parte di gruppi diversi. “Ora
la situazione è tornata calma” - ha detto all’agenzia Misna monsignor Anthony Ireri
Mukobo, vescovo di Isiolo - grazie anche alla presenza di circa 800 agenti di polizia
nella città e nei sobborghi inviati dal governo centrale. Il presule ha anche riferito
di aver ospitato nella cattedrale di Isiolo circa duemila persone scappate dalle violenze
tribali. Da anni, infatti, le comunità Borana e Turkana si contendono il possesso
delle fonti idriche e dei terreni più adatti al pascolo. “I borana hanno voluto vendicare
una razzia di cammelli e vacche – ha detto mons. Mukobo – accusando alcuni gruppi
turkana del furto, questi ultimi hanno cercato rifugio presso una missione nei pressi
della parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzione”. Negli scontri è rimasto ucciso
anche un catechista della diocesi.(B.C.)