2012-01-04 14:24:09

Terra Santa. Mons. Twal all'Ordinariato militare per l'Italia: "Non lasciateci soli"


“Non ci lasciate soli per carità. Vi ringrazio per l’amore per la Terra Santa. Vengono pochi militari qui, anche se ne vediamo molti ai check point…”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ai circa 80 pellegrini dell’Ordinariato militare per l’Italia che ieri, nella città santa, hanno chiuso il loro pellegrinaggio guidato dall’arcivescovo castrense, mons. Vincenzo Pelvi. “Siete venuti a conoscere le vostre radici e la vostra Chiesa madre – ha detto Twal - vi chiedo, al vostro ritorno, di parlare della Terra Santa ai vostri amici e familiari, dite loro che la Chiesa madre li aspetta. Non dimenticate la Chiesa di Gerusalemme”. Nel corso dell’incontro il patriarca latino ha tratteggiato la situazione dei cristiani “10 mila in tutta Gerusalemme, schiacciati tra una massa musulmana ed una ebraica. Ma noi – ha aggiunto – siamo chiamati ad essere sale e lievito, così come dovete esserlo voi in un Continente cosiddetto cristiano come l’Europa. I fedeli alla Chiesa e al magistero sono sempre meno ma non dobbiamo complessarci per questo. Siate sale e lievito per dare gusto a tutti e a tutto”. Twal ha ribadito che “ciò di cui abbiamo bisogno fortemente in Terra Santa è la pace. Vogliamo una vita normale” ha spiegato riferendosi all’occupazione israeliana. “Qui tutto funziona ma solo con permessi”. “I permessi sono necessari per andare a scuola, per spostarsi, per lavorare, per visitare i luoghi santi. Desideriamo una vita normale senza check point, senza muri. Non viviamo una vita normale ma la croce fa parte della vita quotidiana nostra ed anche vostra”. “Ci sarà sempre una Croce. Non esiste gente senza croce, senza sfida”. Per superare queste difficoltà occorre, secondo mons. Twal, “istruzione, formazione ed educazione”, quello che fanno le scuole cristiane in Terra Santa, ma soprattutto “fede, identità ed ideali”. “Guardiamo la Primavera araba – ha dichiarato il patriarca – a quanto è importante avere ideali, avere una causa per cui spendersi. Come cristiani abbiamo una causa e siamo disposti a pagare un prezzo per essa. Ai nostri fedeli raccomandiamo di avere fede, senso di appartenenza alla chiesa e di non lasciare il Paese, di non emigrare. Viviamo un tempo di scelte e di impegno. Non servono cristiani all’acqua di rose”. Al termine dell’incontro con il patriarca latino, mons. Pelvi ha annunciato il lancio di un progetto di solidarietà a favore della chiesa di Gerusalemme nato da un’idea dello stesso patriarca. Si tratta di devolvere “l’equivalente di un cappuccino all’anno” a favore di un’azione solidale che verrà presto definita di concerto con il Patriarcato. (R.P.)







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