2012-01-04 19:25:26

A Genova gli operai Fincantieri occupano l'aeroporto. Ai nostri microfoni il presidente dell'Ucid


E’ durata sei ore l’occupazione dell’aeroporto di Genova Cristoforo Colombo da parte dei lavoratori della Fincantieri di Sestri Ponente. A sbloccare il presidio la convocazione delle parti sociali da parte del ministero dello sviluppo economico per il prossimo 10 gennaio. Intanto è polemica tra Cgil e Cisl: quest’ultima infatti si è dissociata dalla protesta definendola ingiustificata. Dino Frambati RealAudioMP3

Secondo l'Inps, nel 2011 sono state autorizzate complessivamente 953 milioni di ore di cassa integrazione, il 20,8% in meno rispetto al 2010. Intanto sembra avvitarsi la vertenza Fincantieri. Circa 300 tute blu hanno occupato l’aeroporto di Genova, protestando contro la riorganizzazione del gruppo. A rischio il traffico aereo. Come uscire da questa crisi? Alessandro Guarasci ha intervistato il presidente dell’Ucid Liguria, Davide Viziano:RealAudioMP3
R. – Ci sono gli ammortizzatori sociali, ci possono essere le manutenzioni, i ripristini di navi già esistenti. Naturalmente tutto questo richiede uno sforzo di fantasia, un po’ di spirito di sacrificio - perché è chiaro che la situazione da un punto di vista economico è veramente complessa e grave - e un’attenzione alla città di Genova, che ha nei pilastri economici cittadini una realtà, che è quella di Fincantieri, importante.

D. – In merito alla riforma degli ammortizzatori sociali, bisogna tutelare tutta una serie di lavoratori, che attualmente sono fuori dalle tutele, e rivedere l’intero sistema, secondo lei?

R. – Lo stato di malessere sugli ammortizzatori sociali in questo momento fa pensare che una ricaduta a pioggia, che vada a coprire sempre qualcosa, evidentemente non sia la soluzione giusta. Ci possono essere soluzioni di riqualificazione, di modifiche, di cambiamenti anche incentivati di lavorazioni.

D. – Lei teme l’esplodere di nuove tensioni sociali in Italia se non si ricerca in modo convinto la crescita?

R. – Io ero presente il 31 dicembre alla tradizionale predica che il cardinale arcivescovo di Genova fa nella chiesa dei gesuiti. Una delle cose che il cardinale Bagnasco ha detto – e che mi ha trovato assolutamente d’accordo – è il tema delle imprese e del mondo nel quale le imprese lavorano, che deve essere fatto di chiarezza da un punto di vista burocratico, di attenzione agli investimenti, di facilitazioni che devono essere offerte alle imprese per crescere. Ecco, questo a Genova, secondo me, in particolare, è un tema che va affrontato con molta attenzione. Lo spirito anti-impresa della città di Genova è uno spirito che deve essere superato e l’attenzione a chiunque, dalla Fincantieri – una delle espressioni numericamente forse più importanti della città – all’ultimo artigiano, credo che in questo momento debba essere massima. Se il prodotto interno lordo nazioanle non cresce e non consente di migliorare la situazione economica, evidentemente c’è qualcosa che si avvita e dall’avvitamento nasce la tensione sociale. Serve che si attivi il governo, con gli enti locali e la coscienza degli imprenditori. Ognuno deve fare la sua parte in uno spirito di crescita economica che consenta di invertire un trend che è negativo, perché diventi positivo.

D. – In passato la concertazione ha dato i suoi frutti. Bisogna continuare su quella strada, secondo lei?

R. – Certamente bisogna imparare a parlarsi, ma bisogna anche superare i pregiudizi, in particolare sulla flessibilità del lavoro, sulla disponibilità a sistemi nuovi di contrattazione di lavoro. Se la concertazione in questo momento è fatta a senso unico – una parte dice di sì e l’altra dice di no – mi pare molto difficile trovare delle soluzioni. Se invece la concertazione è un modo intelligente di confrontarsi, dove ognuno – governo, sindacato e imprenditori – ha la capacità e la voglia di fare un piccolo passo indietro in uno spirito di crescita, questo mi sembrerebbe molto utile. (ap)







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