Nigeria: l'esercito rassicura i cristiani minacciati da Boko Haram. Intervista al
vescovo Kaigama
All’indomani dell’ultimatum lanciato dal gruppo estremista islamico Boko Haram, che
intima i cristiani a lasciare il nord della Nigeria entro tre giorni, cresce la paura
nel Paese africano. Non sono bastate, infatti, le rassicurazioni della polizia nigeriana
che ha definito “vuote e senza fondamento” le minacce e gli avvertimenti dei fondamentalisti.
“Vogliamo assicurare tutti i nigeriani che essi sono al sicuro ovunque risiedano”,
ha detto Yemi Ajayi, portavoce delle forze dell’ordine citato dall'agenzia AsiaNews.
“La polizia nigeriana – ha aggiunto – ha il mandato di proteggere vite e proprietà
e continuerà a offrire questa responsabilità senza timori e favoritismi”. Queste rassicurazioni
confermano in realtà i timori diffusi dopo gli attentati che il 25 dicembre hanno
colpito chiese cristiane alle porte di Abuja, nella città di Jos e in altre località
del nord-est provocando oltre 40 vittime. A Madalla, teatro del più sanguinoso degli
attacchi, il dolore è ancora molto forte ma si cerca di riprendere subito la strada
del dialogo con la comunità mussulmana. Padre Issac, scampato all’esplosione che ha
devastato la chiesa di Santa Teresa, è convinto della necessità di un impegno nuovo:
“La cultura del dialogo e della convivenza pacifica – ripete il parroco – è un patrimonio
della Nigeria che va tutelato, a cominciare dalle aule scolastiche. Le comunità cristiane
hanno paura – denuncia infine padre Issac – anche perché la recente abolizione dei
sussidi che tenevano bassi i prezzi della benzina possono alimentare le tensioni sociali
e favorire gli estremisti”. (A cura di Marco Guerra) Sulla drammatica situazione
dei cristiani, Emer McCarthy ha intervistatol’arcivescovo di Jos,
mons. Ignatius Ayau Kaigama:00:01:29:98 R. – Churches have been destroyed... Le
chiese sono state distrutte e sono andate perdute delle vite e non c’è segno che tutto
questo possa finire, finché il governo non interverrà in maniera decisiva. Non abbiamo
mai smesso di chiedere ai cristiani di avere consapevolezza della questione della
sicurezza: quando si recano in chiesa, devono essere attenti e devono fare attenzione
perfino nelle loro stesse case. Noi diciamo no alle rappresaglie e continuiamo a predicare
la pace, sperando che tutti noi, in Nigeria, musulmani e cristiani, saremo in grado
di lavorare e vivere felicemente insieme. Questa è la nostra posizione: no alla violenza,
no alla rappresaglia. Vogliamo vivere nella pace.
D. – Sono molti i
cristiani che hanno iniziato a lasciare il Nord?
R. – Yes, in the core
of the Northern States where… Sì, nel cuore del Nord dello Stato dove c’è
la maggioranza dei musulmani, molti cristiani si sentono poco accettati … Quindi,
non meraviglia che abbiano deciso di ricollocarsi in zone più sicure.
D.
– C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
R. – We just continue to appeal
…Noi continuiamo a fare appello alla ragione, a chiedere di parlarci ed io
credo che sia possibile. E’ possibile che in questo Paese musulmani e cristiani possano
ragionare insieme. Sappiamo che ci sono altre forze perfino dietro ai cosiddetti Boko
Haram, ma al momento non sappiamo nemmeno chi siano i Boko Haram, cosa vogliono. Ci
sono alcune forze segrete dietro di loro: in Nigeria o all’estero … (ap/gf)