Il cardinale Sarr: non viene fatto tutto il possibile per la pace in Casamance
Il Senegal si prepara alle elezioni presidenziali del 26 febbraio e sale in questi
gioni la competizione elettorale. Di oggi è la notizia della candidatura alla corsa
presidenziale anche del cantante Youssou N’Dour, che entra nella rosa di coloro che
sfideranno il capo dello Stato uscente, Abdoulaye Wade. Nel fianco delle autorità
di Dakar rimane tuttavia la “spina” rappresentata dal trentennale conflitto in Casamance,
regione indipendentista dominata dal Movimento delle forze democratiche della Casamance
(Mfdc). E proprio all'arcivescovo della capitale, il cardinale Theodor-Adrien Sarr,
gli indipendentisti si sono rivolti per facilitare un difficile negoziato di pace.
Il porporato ne ha parlato al microfono della collega della redazione francese, Hélène
Destombes:
R. – Un group
de combattants de Mfdc qui est dans le Maki … Un gruppo di combattenti del
Movimento di forze democratiche della Casamance (Mfcd) che si trova in Maki, mi ha
contattato per chiedermi di voler facilitare i rapporti tra loro e il presidente della
Repubblica, per favorire un dialogo che porti a deporre le armi e a firmare la pace.
Io non potevo certo rifiutare questa richiesta, pur sapendo che si tratta comunque
di una richiesta rivolta da un solo gruppo del Maki e non certo da tutto il Maki.
La speranza è che, piano piano, possa venire contattato anche da altri gruppi e che
questa richiesta diventi sempre più ampia fra i combattenti del Mfdc. Evidentemente,
prima di accettare, ho aspettato che il presidente della Repubblica desse il suo consenso.
D. – Giocherà, dunque, il ruolo di “mediatore” con l’appoggio della
Chiesa locale: ma molto concretamente quali saranno le azioni che pensate di intraprendere?
R.
– L’église de Ziguinchor a fait un plan de action que comporte… La Chiesa
di Ziguinchor ha fatto un piano di azione che, almeno in una prima fase, si tradurrà
in un momento di sensibilizzazione e di preghiera nelle parrocchie della diocesi.
Questo è stato fatto anche nei giorni scorsi, in occasione della Giornata mondiale
della pace del primo gennaio: sono andato a Zinguicnchor per celebrare la Messa, nella
quale abbiamo chiesto a Dio di donare la pace alla Casamance. In questa circostanza,
ho avuto anche la possibilità di lanciare diversi appelli, specie a coloro che impugnano
le armi, siano essi i combattenti del Mfdc o i soldati dell’esercito senegalese e
a chi comanda su entrambi i fronti.
D. – Nella sua omelia, lei ha denunciato
l’avidità di alcuni speculatori e la negligenza di alcuni responsabili: a chi si riferiva?
R.
– Vous savez très bien que ce genre de conflit, que dure de plus de 28 ans Voi
sapete bene che questo tipo di conflitto, che dura da ormai più 28 anni, non si può
certo dire che sia dovuto unicamente a interessi oscuri o nascosti. Ho voluto quindi
levare un appello al cuore delle persone, perché accettino di anteporre ai propri
interessi quello degli altri e pensino realmente alla vita delle persone e a chi è
morto. Pensino alla popolazione della Casamance che non riesce a rialzarsi, non riesce
a lavorare, non riesce ad attuare uno sviluppo economico a causa di questa continua
insicurezza. Ho lanciato un appello anche al governo, per dire che la pace si può
attuare e che ritengo che in questi 28 anni non si sia fatto tutto il possibile per
risolvere questo conflitto. Infine, ho rivolto un appello ai Paesi vicini che certamente
possono aiutarci molto.
D. – L’intervento del Gambia e della Guinea
Bissau può essere determinante nella risoluzione del conflitto?
R. –
Je pense vraiment que se le gouvernement de Sénégal ouvre de négociations… Io
credo davvero che se il governo del Senegal riuscirà ad avviare dei negoziati con
i combattenti dell’Mfcd, bisognerà vedere come la Guinea Bissau e il Gambia si comporteranno
per contribuire alla risoluzione della questione dei combattenti che si rifugiano
facilmente sui loro territori. Certamente, tutto potrebbe essere risolto.
D.
– Lei è convinto che oggi le due parti in conflitto siano realmente pronte ad intraprendere
dei veri negoziati?
R. – Les populations de Casamance sont fatiguées.. La
popolazioni della Casamance sono ormai stanche di questo conflitto e chiedono la pace,
questo è chiaro. Poi, ci sono dei combattenti in Maki che si rendono conto che questo
conflitto non può ancora durare a lungo, sono stanchi… Riguardo poi alla dichiarazione
fatta dal presidente, speriamo non si tratti solo di una semplice dichiarazione, ma
che segni la reale volontà di assumere le decisioni necessarie: questo dialogo è indispensabile
e deve attuarsi il più velocemente possibile. E questo è tutto quello che possiamo
sperare in questo 2012. (mg)