2012-01-03 12:37:11

Il cardinale Sarr: non viene fatto tutto il possibile per la pace in Casamance


Il Senegal si prepara alle elezioni presidenziali del 26 febbraio e sale in questi gioni la competizione elettorale. Di oggi è la notizia della candidatura alla corsa presidenziale anche del cantante Youssou N’Dour, che entra nella rosa di coloro che sfideranno il capo dello Stato uscente, Abdoulaye Wade. Nel fianco delle autorità di Dakar rimane tuttavia la “spina” rappresentata dal trentennale conflitto in Casamance, regione indipendentista dominata dal Movimento delle forze democratiche della Casamance (Mfdc). E proprio all'arcivescovo della capitale, il cardinale Theodor-Adrien Sarr, gli indipendentisti si sono rivolti per facilitare un difficile negoziato di pace. Il porporato ne ha parlato al microfono della collega della redazione francese, Hélène Destombes:RealAudioMP3

R. – Un group de combattants de Mfdc qui est dans le Maki …
Un gruppo di combattenti del Movimento di forze democratiche della Casamance (Mfcd) che si trova in Maki, mi ha contattato per chiedermi di voler facilitare i rapporti tra loro e il presidente della Repubblica, per favorire un dialogo che porti a deporre le armi e a firmare la pace. Io non potevo certo rifiutare questa richiesta, pur sapendo che si tratta comunque di una richiesta rivolta da un solo gruppo del Maki e non certo da tutto il Maki. La speranza è che, piano piano, possa venire contattato anche da altri gruppi e che questa richiesta diventi sempre più ampia fra i combattenti del Mfdc. Evidentemente, prima di accettare, ho aspettato che il presidente della Repubblica desse il suo consenso.

D. – Giocherà, dunque, il ruolo di “mediatore” con l’appoggio della Chiesa locale: ma molto concretamente quali saranno le azioni che pensate di intraprendere?

R. – L’église de Ziguinchor a fait un plan de action que comporte…
La Chiesa di Ziguinchor ha fatto un piano di azione che, almeno in una prima fase, si tradurrà in un momento di sensibilizzazione e di preghiera nelle parrocchie della diocesi. Questo è stato fatto anche nei giorni scorsi, in occasione della Giornata mondiale della pace del primo gennaio: sono andato a Zinguicnchor per celebrare la Messa, nella quale abbiamo chiesto a Dio di donare la pace alla Casamance. In questa circostanza, ho avuto anche la possibilità di lanciare diversi appelli, specie a coloro che impugnano le armi, siano essi i combattenti del Mfdc o i soldati dell’esercito senegalese e a chi comanda su entrambi i fronti.

D. – Nella sua omelia, lei ha denunciato l’avidità di alcuni speculatori e la negligenza di alcuni responsabili: a chi si riferiva?

R. – Vous savez très bien que ce genre de conflit, que dure de plus de 28 ans
Voi sapete bene che questo tipo di conflitto, che dura da ormai più 28 anni, non si può certo dire che sia dovuto unicamente a interessi oscuri o nascosti. Ho voluto quindi levare un appello al cuore delle persone, perché accettino di anteporre ai propri interessi quello degli altri e pensino realmente alla vita delle persone e a chi è morto. Pensino alla popolazione della Casamance che non riesce a rialzarsi, non riesce a lavorare, non riesce ad attuare uno sviluppo economico a causa di questa continua insicurezza. Ho lanciato un appello anche al governo, per dire che la pace si può attuare e che ritengo che in questi 28 anni non si sia fatto tutto il possibile per risolvere questo conflitto. Infine, ho rivolto un appello ai Paesi vicini che certamente possono aiutarci molto.

D. – L’intervento del Gambia e della Guinea Bissau può essere determinante nella risoluzione del conflitto?

R. – Je pense vraiment que se le gouvernement de Sénégal ouvre de négociations…
Io credo davvero che se il governo del Senegal riuscirà ad avviare dei negoziati con i combattenti dell’Mfcd, bisognerà vedere come la Guinea Bissau e il Gambia si comporteranno per contribuire alla risoluzione della questione dei combattenti che si rifugiano facilmente sui loro territori. Certamente, tutto potrebbe essere risolto.

D. – Lei è convinto che oggi le due parti in conflitto siano realmente pronte ad intraprendere dei veri negoziati?

R. – Les populations de Casamance sont fatiguées..
La popolazioni della Casamance sono ormai stanche di questo conflitto e chiedono la pace, questo è chiaro. Poi, ci sono dei combattenti in Maki che si rendono conto che questo conflitto non può ancora durare a lungo, sono stanchi… Riguardo poi alla dichiarazione fatta dal presidente, speriamo non si tratti solo di una semplice dichiarazione, ma che segni la reale volontà di assumere le decisioni necessarie: questo dialogo è indispensabile e deve attuarsi il più velocemente possibile. E questo è tutto quello che possiamo sperare in questo 2012. (mg)







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