Brasile: inaugurata la prima cappella dedicata alla Beata Chiara Badano
Chiara “Luce” Badano, la giovane diciottenne morta nel 1990 a Sassello (Italia) a
causa di un tumore tra i più dolorosi, è la protettrice dei bambini colpiti da questo
grave male, ospiti dell’ospedale “Sarina Rolim Caracante” gestito dal «Gruppo di ricerca
e assistenza cancro infantile» (Gpaci) di Sorocaba, città dello Stato di San Paolo,
in Brasile. L’aveva annunciato già lo scorso anno l’arcivescovo di Sorocaba, mons.
Eduardo Benes de Sales Rodrigues, durante la visita pastorale all’ospedale, che cadeva
proprio alla vigilia della cerimonia di beatificazione di Chiara Luce, avvenuta a
Roma il 25 settembre dello scorso anno. In quell’occasione, l’arcivescovo Benes de
Sales Rodrigues aveva dato il suo consenso al progetto di una cappella con la presenza
permanente di Gesù Eucaristia, intitolata alla giovane beata. E ora, in questo tempo
natalizio, quello che lo scorso anno era un progetto è diventato realtà. Nei giorni
scorsi, infatti – riferisce L’Osservatore Romano - l’arcivescovo di Sorocaba ha inaugurato
e consacrato la piccola cappella dedicata a Chiara, a cui si accede proprio dal corridoio
che porta alla sala operatoria. Nell’omelia il presule si è soffermato sugli ultimi
suoi due anni di malattia che l’aveva sorpresa con un acuto dolore mentre giocava.
Ha ricordato quei 25 minuti di lotta interiore da lei vissuti all’annuncio della diagnosi.
Poi, il suo «sì» irrevocabile: “Lo vuoi tu, lo voglio anch’io”. “Chiara Badano —
ha sottolineato mons. Benes de Sales Rodrigues — è stata un esempio di come si possono
vivere nella gioia, nella letizia, momenti così difficili che portano al passaggio
definitivo verso il Padre». Infine, l’arcivescovo ha espresso la certezza «che per
intercessione di Chiara Luce in questa struttura cadranno molte grazie”. Sono quattrocento
i bambini e adolescenti curati in questo ospedale, l’unico specializzato in tumori
infantili della regione. I piccoli ospiti provengono da più di quaranta città e godono
di cure gratuite essendo la maggior parte di famiglie povere. L’ospedale «Sarina Rolim
Caracante» è sostenuto dalla solidarietà di innumerevoli benefattori e in parte dalle
istituzioni civili. La nuova iniziativa è un nuovo gesto che ancor più fa di questo
luogo di dolore un luogo di speranza. Una speranza che non resta chiusa tra le pareti
di questa struttura. (L.Z.)