Disoccupazione. Per i sindacati è rischio "tensioni sociali". Il cardinale Bagnasco:
occorre coesione
Per i sindacati, in Italia c’è un rischio reale di tensioni sociali derivanti dalla
crescente disoccupazione. Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono al governo la difesa del
lavoro. Da parte sua, il premier mario Monti, in un colloquio telefonico con i leader
delle quattro organizzazioni ha detto “sì” ad un confronto, ma in tempi brevi. In
merito alla questione è intervenuto anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo
Bagnasco: “Per evitare tensioni – ha spiegato – occorre “essere più positivi” e “creare
coesione”. Al microfono di Paolo Ondarza, mons. Giovanni Ricchiuti,
arcivescovo di Acerenza e segretario della Commissione episcopale per i problemi sociali
e il lavoro:
R. - Occorre
trovare un punto di convergenza, senza trincerarsi nel "fortino" dei propri privilegi,
cercando anche con fatica di sedere intorno a un tavolo dove ognuno fa la propria
parte... Si tratta di rendersi conto che siamo in un momento di grande difficoltà,
soprattutto sono in grande difficoltà le fasce più deboli di questa nostra società.
D.
- Questo vuol dire che sia governo che parti sociali devono fare un passo indietro?
R.
- Penso proprio di sì, nel senso di quella equità che il governo Monti aveva prospettato,
bisognerebbe farlo. Come anche le parti sociali dovrebbero fare un passo in avanti
rispetto a qualche posizione su quanto viene chiesto loro.
D. - Per
i sindacati in Italia è rischio tensioni sociali ...
R. - Io temo questo
fuoco che cova sotto la cenere, perché le tensioni, anche come preti e vescovi, le
tocchiamo con mano. Una tensione che può, purtroppo, degenerare in tensione sociale
creata non dal lavoro in sè, ma dall’assoluta mancanza di lavoro. La situazione del
lavoro è ai limiti del drammatico.(bi)