Ad Amman incontro israeliani-palestinesi: la preghiera per la pace del Patriarca di
Gerusalemme
Dopo 16 mesi, israeliani e palestinesi tornano oggi a parlarsi in un incontro ad Amman.
Il capo negoziatore israeliano Isaac Molho e il collega dell'Anp Saeb Erekat avranno
prima una riunione allargata al ministro degli Esteri giordano, Nasser Judeh, all'inviato
Tony Blair e ad altri rappresentanti del Quartetto per il Medio Oriente (Onu, Ue,
Russia ed Usa), poi si vedranno per un colloquio ristretto. Il movimento palestinese
Hamas la considera un’iniziativa sul solco dei precedenti fallimenti e le parti negano
che si tratti di una ripresa dei colloqui di pace, ma in ogni caso si tratta di un
incontro che riaccende speranze di pace. Lo sottolinea il Patriarca di Gerusalemme
dei Latini, Sua Beatitudine Fouad Twal, che nell’intervista di Fausta Speranza,
innnazitutto ricorda l'importanza del Messaggio del Papa per la Giornata della Pace
2012 per il Medio Oriente:
R. – Credo
che questo messaggio è come se fosse stato fatto per noi, per noi qui in Terra Santa,
per la regione del Medio Oriente. Educare i giovani alla giustizia e alla pace è come
dire di andare controcorrente. Non è facile, perché abbiamo una cultura di violenza,
una cultura che non ci dà pace, e abbiamo una situazione in cui si è persa tanta credibilità
nei discorsi politici fatti in tante visite. Nonostante tutto, bisogna andare controcorrente
e sperare. Il Santo Padre ci chiede di educare i giovani alla pace e alla giustizia
e dobbiamo farlo! Abbiamo tutta una generazione di giovani – sia israeliani che palestinesi
– che sono nati e cresciuti nella violenza, con l’occupazione, circondati dai muri;
abbiamo tutta una generazione che non conosce ancora dov’è il Santo Sepolcro, a causa
di questa situazione politica, per motivi di sicurezza e così via. Nonostante tutto
siamo chiamati ad educare alla giustizia e alla pace. Non è facile, lo sappiamo. Tutti
i movimenti del mondo arabo di questi giovani pensano ad avere più pace, più giustizia,
più dignità, più lavoro.
D. – A proposito di questo, Sua Beatitudine,
il Papa è chiaro: chiede di “ascoltare, valorizzare le nuove generazioni nella realizzazione
del bene comune”…
R. – Sì, questo è il nostro dovere. I primi movimenti,
i primi cambiamenti che si sono avuti nel Nord Africa non avevano un colore politico,
non avevano un colore fanatico o rivoluzionario nel senso peggiore: volevano solamente
più giustizia, più dignità, più lavoro, più libertà di coscienza e libertà in generale.
D.
– Il Papa parla di diritti e libertà fondamentali dell’uomo da rispettare e poi parla
anche di bene comune: dunque centralità della persona e anche centralità del bene
comune. Quale speranza per il futuro in Medio Oriente?
R. – Torniamo
all’educazione e siamo con il Papa al cento per cento, perché è rimasta l’unica voce,
come Giovanni Battista, che grida nel deserto. Siamo in un deserto, benché ci si trovi
nel cuore delle grandi città, con tanta agitazione politica. Continuiamo però a gridare
con il Santo Padre, come Giovanni Battista, sapendo che non siamo soli in questo terreno
e che il Signore sta con noi. Andiamo avanti, sperando che quest’anno nuovo sia nuovo
in tutti i sensi, anche in senso democratico, nel senso della libertà e della giustizia.
D.
– In concreto, se guardiamo al conflitto israelo-palestinese c’è l’appuntamento domani
di due delegazioni in Giordania. E’ davvero una ripresa dei negoziati dopo lo stallo
che si trascina dal 2010?
R. – So che domani ci sarà questo incontro
e noi accompagneremo le due delegazioni, quella israeliana e quella palestinese, con
le nostre preghiere e il nostro augurio, perché si arrivi ad una soluzione per il
bene di tutti, per la pace di tutti e per la serenità di tutti. Auguriamo molto bene
e speriamo altrettanto bene. Non perdiamo la speranza e accompagniamo domani queste
delegazioni con la nostra preghiera. Io domani farò un salto in Giordania per augurare
buon Natale a tante nostre parrocchie che si trovano in Giordania.
D.
– Quindi, in qualche modo è vicino anche fisicamente a questo incontro che può segnare
la ripresa...
R. – In tutti i sensi noi siamo vicini: siamo nel cuore
della situazione.(ap)