2012-01-01 10:12:24

Marcia della Pace a Brescia. Mons. Giudici: il commercio delle armi rende più poveri i poveri


Brescia ha ospitato la tradizionale marcia della Pace organizzata per la fine dell’anno dalla Caritas italiana e da Pax Christi con la collaborazione della Conferenza episcopale italiana. Preghiere, momenti di silenzio e riflessioni hanno scandito il percorso, culminato a mezzanotte con la Messa nella collegiata dei Santi Nazàro e Celso. Un’occasione per riflettere sul tema scelto dal Papa per la 45.ma Giornata della Pace "Educare i giovani alla giustizia e alla pace". Ma perché la scelta proprio di Brescia? Federico Piana lo ha chiesto al presidente di Pax Christi Italia, il vescovo di Pavia Giovanni Giudici:RealAudioMP3

R. – E’ stata voluta proprio qui, a Brescia, perché è un territorio – questo dell’industrialità lombarda – nel quale c’è questo tema della produzione delle armi, e naturalmente fare passi verso la pace vuol dire anche prendere coscienza che c’è un problema nella produzione e soprattutto nel commercio delle armi, perché coinvolge problemi economici, molto gravi, e apre temi di giustizia perché in genere queste armi vengono vendute a Paesi che, per aumentare i propri armamenti, tengono in situazione di difficoltà le popolazioni. E quindi, in questo senso è un tentativo di tener vivo questo tema di “passi verso la pace”.

D. – Momento importante della marcia di quest’anno è stata anche la riflessione che è stata fatta davanti alle carceri di Mombello per mettere in evidenza la situazione drammatica nella quale vivono i detenuti …

R. – Intanto, per richiamare sempre daccapo questo tema dell’umanità del carcere. Nella comunità cristiana vogliamo che questo tema sia sempre più chiaro. E poi ci sono anche – come sappiamo – ragioni contingenti nella situazione attuale italiana, per la quale nelle carceri la vita dei carcerati è veramente in condizioni che non sono rispettose della loro dignità.

D. – In questa Giornata mondiale della pace non dobbiamo dimenticare la preghiera …

R. – Inizia l’anno. Quindi, cercare la pace, pregare per la pace, pensare alla pace all’inizio dei 365 giorni che compongono l’anno, è un invito a tenere presenti gli aspetti di umanità che sono presenti nel tema della pace: amare le cose giuste. E nello stesso tempo, aprirci alla Rivelazione di Dio, al dono che Dio ci fa della pace: essendo, appunto, una realtà così grande e complessa, noi credenti sappiamo e crediamo che sia innanzitutto un dono di Dio. Che però chiede la nostra collaborazione.

D. – Il tema di questa Giornata è “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Un tema arduo …

R. – Intanto, perché i giovani sono il nostro futuro; e poi, perché sul tema dei giovani tanto si parla in questi anni, proprio considerando le difficoltà che i giovani hanno ad esempio nell’inserirsi nel mondo del lavoro, quindi nell’essere creativi, persone che preparano essi stessi il loro futuro … E poi, perché i giovani sono il frutto della buona educazione che noi adulti riusciamo a fornire loro e, contemporaneamente, persone che a loro volta – come il messaggio ci richiama – devono fare il loro cammini di formazione personale alla giustizia e alla pace.

D. – C’è un ruolo molto importante, secondo il Papa, degli educatori, per la formazione alla pace. In primis, i genitori …

R. – Il Papa ricorda l’esperienza che hanno i genitori e che possono passare alla generazione dei giovani, e la possibilità che hanno i genitori di incontrare i giovani sul terreno degli affetti. E’ chiaro che un giovane nasce e cresce nella sicurezza di sé e del suo rapporto con il mondo nella misura in cui si sente amato. E come ci insegna San Giovanni Bosco, non basta amare un giovane, ma bisogna anche fargli sentire che lo amiamo ... (gf)







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