Veglia di preghiera in Piazza San Pietro per la pace e la famiglia
Nel segno della famiglia e della pace: appuntamento stasera, alle 23.30, in Piazza
San Pietro, accanto al Presepe, per la Veglia di preghiera promossa dal Movimento
dell’Amore familiare di don Stefano Tardani. L’iniziativa sarà aperta dal cardinale
Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato dello Stato Città del Vaticano,
e si protrarrà fino alle ore 7 di domani. Analoghi incontri si terranno in contemporanea
anche all’Aquila e a Milano. Al microfono di Federico Piana, la riflessione
del promotore della Veglia, don Stefano Tardani:
R. – E’ un
appuntamento tradizionale, anche dopo il cenone, anche con gli amici, a qualsiasi
ora della notte, fino alle sette del mattino del primo gennaio: chi vorrà, potrà venire
e troverà questo ambiente di preghiera, di raccoglimento; potrà accendere un lumino
rosso davanti al Presepe ed esprimere una preghiera per la pace e l’unità nelle famiglie
e anche tra i popoli. Direi che è un altro modo di iniziare il nuovo anno e in comunione
spirituale con tanti fedeli, un po’ dovunque, ma uniti attorno al Presepe della Santa
Famiglia in modo particolare in questa unità spirituale che tutti ci lega, in Piazza
San Pietro, al centro della cristianità. Quest’anno, poi, avremo anche per la prima
volta a Milano la stessa veglia: cioè, le famiglie del Movimento dell’amore famigliare,
che organizzano qui a Roma, organizzano anche nella Basilica di San Lorenzo Maggiore,
dove avverrà la veglia con il vescovo ausiliare mons. Mario Delpini. Per il secondo
anno si svolgerà anche all’Aquila, nella chiesa degli Angeli Custodi a Paganica …
D.
– Don Stefano, per quale motivo è importante pregare per le famiglie, in questo momento
storico particolare che stiamo vivendo?
R. – Di tante necessità che
si accavallano, di tutti i generi, dal punto di vista sociale, politico, economico,
con le difficoltà, non dobbiamo mai perdere di vista la centralità della nostra vita,
il senso della nostra vita che è l’impegno dell’amore, del dono. Il Bambino Gesù è
il nostro Redentore, il Salvatore dell’umanità, che ci raccoglie tutti con attenzione,
e chiedendo amore, affetto: perché questo fa un bambino. Intorno alla famiglia, alla
Vergine Maria e a San Giuseppe, è un dono che Dio fa all’umanità, di ritrovare le
radici della nostra vita, del nostro sentire, del nostro esistere. E questo significa
abbattere un po’ le barriere e ritrovare le cose più essenziali, più importanti della
nostra vita. E appunto, la dimensione spirituale della nostra vita. Ecco perché è
importante ed essenziale la preghiera.
D. – Quindi, don Stefano, per
la famiglia la preghiera è fonte di vita …
R. - … e questo è possibile
soltanto se nella preghiera ritroviamo il volto di Dio che si fa uomo, che si fa vicino
a noi insegnandoci a recuperare queste dimensioni umane della bontà, della gratuità,
della solidarietà, della comprensione, della compassione. E vogliamo iniziare il nuovo
anno con la preghiera e con la benedizione del Signore. (gf)