2011-12-31 12:35:42

L'Agenda della Caritas romana a sostegno di progetti di solidarietà in Argentina


È un’agenda all’insegna della solidarietà quella proposta per il 2012 dal Settore Educazione alla pace e alla mondialità della Caritas di Roma. Acquistando il taccuino per il nuovo anno tramite il sito www.caritasroma.it, si potranno, infatti, sostenere progetti solidali in Argentina. Isabella Piro ne ha parlato con Oliviero Bettinelli, direttore del Settore Educazione alla pace e alla mondialità:RealAudioMP3

R. - È un’agenda che racconta l’esperienza di servizio civile dei ragazzi che hanno svolto lavoro in ambito internazionale e non solo, anche a Roma. Le storie di quest’agenda hanno un filo conduttore: la scoperta del rapporto con l’altro all’interno di una dinamica di servizio e di ascolto. Le storie parlano di Goma, città del Congo, dove questo tipo di problematiche emergono con molta violenza, parlano del Mozambico, parlano di esperienze di servizio a Roma; sono tutte esperienze molto significative che, con il linguaggio dei ragazzi che si avvicinano a questo tipo di problemi, comunicano freschezza e anche la profondità di chi entra in relazione con dinamiche problematiche, a volte anche molto complesse, a volte estremamente difficili da gestire, e all’interno delle quali ci si pone con un atteggiamento esclusivamente di ascolto, di accompagnamento, di compagni di viaggio.

D. - Tradizionalmente la vostra agenda è legata ad un progetto di solidarietà: per il 2012 avete scelto la città di Salta in Argentina...

R. - Abbiamo scelto Salta come luogo simbolo su cui operare. Lì, aiuteremo a sviluppare tre centri di aggregazione dove si svolgeranno attività, laboratori. Quindi l’obbiettivo è molto semplice: sostenere delle attività formative, a stretto contatto con le famiglie, quindi un lavoro di rete, che possa permettere poi alla comunità di ritrovarsi su altri valori che non siano quelli esclusivamente dei rapporti conflittuali.

D. - Il vostro settore ha l’obiettivo di educare alla pace e alla mondialità: come portate avanti il vostro operato?

R. - Soprattutto sviluppando una serie di proposte formative e di sollecitazione che, tra l’altro, quest’anno hanno anche il conforto del tema della Giornata mondiale della pace che appunto educa i giovani alla giustizia e alla pace. Quindi il settore propone attività formative: avremo proprio un incontro l’11 di gennaio sul tema della Giornata mondiale della pace e cercheremo di offrire ai ragazzi che vogliono, alcune chiavi di lettura. E poi abbiamo dei laboratori sui diritti umani, sui rapporti e sulla gestione non violenta dei conflitti, e offriamo delle esperienze di volontariato e di servizio, nelle scuole e nelle parrocchie. Cerchiamo attraverso delle esperienze concrete di entrare in relazione con il mondo giovanile, e ci auguriamo sempre che questo sia un servizio alla diocesi che possa permettere ai nostri giovani, e non solo a loro, di approfondire i temi della giustizia, della pace, dei diritti umani, della solidarietà, dell’apertura verso i problemi della mondialità.

D. - Mondialità quindi in senso diverso dalla globalizzazione?

R. - Mondialità come predisposizione a creare momenti di lettura dei fenomeni che partono dai poveri, da chi è più debole, dall’amore verso l’uomo, quindi vivere la globalizzazione aperti alla mondialità significa vivere la globalizzazione con una dinamica di carattere relazionale e progettuale che mette al centro l’uomo, soprattutto chi è più debole. In questo senso, le esperienze e le letture che proponiamo sono quelle dell’opzione preferenziale per i poveri e attraverso i quali siamo convinti che per i ragazzi sia un importante cammino educativo che li porta a scoprire il volto di Cristo nel povero che incontrano.

D. - Qual è l’augurio del vostro settore per il 2012?

R. - Ci promettiamo di far sì che la pace, l’attenzione ai diritti non diventino episodi sporadici legati a momenti particolarmente critici, ma diventino elementi con cui viviamo la nostra quotidianità di cristiani in un contesto complicato, ma che ha bisogno della nostra testimonianza, della nostra speranza. (bi)







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