Sul Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2012, ascoltiamo
il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava
Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
“Educare
i giovani alla giustizia e alla pace”: è questo il Messaggio del Papa per la Giornata
Mondiale della Pace, il 1° gennaio. Finora non ha avuto l’eco che merita. Ma ogni
tanto succede: non sempre le cose più importanti sono quelle di cui si parla di più.
In realtà, se i giovani oggi non sono educati alla pace, la pace domani certamente
non ci sarà.
In occasione dei grandi cambiamenti avviati nel Nordafrica
e nel Medio Oriente, o anche nei movimenti degli "indignados" che hanno percorso i
Paesi occidentali, dalla Spagna all’Inghilterra o agli Stati Uniti, l’attenzione si
è spesso rivolta ai giovani, alle loro frustrazioni e alle loro attese, al loro modo
di comunicarle e di esprimerle. Quali ne saranno gli esiti, aldilà del breve periodo
in cui avranno avuto le prime pagine dei media? Dipende in gran parte dall’educazione,
se no alle frustrazioni di oggi seguiranno inevitabilmente quelle di domani e di dopodomani.
“L’educazione è l’avventura più affascinante e difficile della vita”
– afferma il Papa. E tutti ne siamo coinvolti. Il messaggio del Papa non si limita
a incoraggiare o esaltare un ruolo attivo dei giovani. Fa capire che le sue premesse
vengono dal servizio responsabile degli educatori, che non sono solo i genitori e
gli insegnanti, ma anche i politici e gli operatori dei media: tutti coloro, insomma,
che possono e devono trasmettere un orientamento a quei valori su cui si costruisce
una società giusta e pacifica, e facilitare quei passi di crescita culturale e di
inserimento sociale che avvicinano a questa meta. Se quei valori vengono distrutti
dal relativismo e da un’esaltazione della libertà arbitraria, se non vengono proposti
con testimonianze concrete di onestà, di impegno, di solidarietà - diciamo pure anche
di amore -… domani non ci saranno giustizia né pace. Se si vuole che il domani del
mondo sia meno oscuro, bisogna affrontare con decisione le “emergenze educative” di
oggi.