Burkina Faso: il bilancio del 2011 in un’intervista a mons. Ouedraogo
La primavera araba, la crisi economica globale, la riforma costituzionale, l’esodo
di alcuni cattolici verso le sette: è un bilancio del 2011 ad ampio raggio quello
tracciato da mons. Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, in Burkina Faso,
in un’intervista al quotidiano locale “Le Pays”, ripresa anche dal sito della Conferenza
episcopale del Burkina-Niger. Partendo dalla premessa che “il mondo globale non è
altro che un villaggio”, il presule sottolinea che “la primavera araba non sarà certamente
senza impatto” sugli altri Paesi e che in questo contesto “la Chiesa, umilmente, cerca
di apportare il suo modesto contributo innanzitutto nel campo dell’educazione, attraverso
le sue strutture formative, come le scuole private primarie, secondarie e superiori”.
Naturalmente, continua mons. Ouedraogo, “la Chiesa educa anche attraverso le catechesi,
le omelie”, poiché “il punto di riferimento per eccellenza è Gesù Cristo, la Bibbia”.
Quanto alla proposta di riformare l’articolo 37 della Costituzione burkinabé, che
garantirebbe al presidente uscente una quinta candidatura, l’arcivescovo di Ouagadougou
afferma che la Chiesa “non è un partito politico” e che il suo ruolo è quello di “restare
neutrale” in nome “del bene comune”, e privilegiando “l’interesse della popolazione
piuttosto che quello dell’individuo”. Già in passato, d’altronde, i vescovi avevano
espresso la loro posizione sulla questione, affermando che, per garantire la pace
e la tranquillità del popolo, non è saggio modificare la Costituzione. Parlando, poi,
più strettamente della vita della Chiesa, il presule deplora gli atteggiamenti controversi
assunti da alcuni membri del clero e ricorda che “la Chiesa è fatta di santi e di
uomini fragili e peccatori, ma anche di nemici esterni che complicano le cose”. Fortunatamente,
“la Chiesa è di Cristo”, il quale la protegge e dona al Papa “serenità, ottimismo
e realismo”. Un’ampia parte dell’intervista è inoltre dedicata alle attività della
Chiesa locale nel campo della carità: “La gente è povera – afferma mons. Ouedraogo
– anzi, io dico che non si tratta di povertà, ma di miseria. E noi cerchiamo di apportare
il nostro modesto contributo insieme a l’Ocades, l’Organizzazione cattolica per lo
sviluppo e la solidarietà, organo ufficiale della Chiesa nel campo della pastorale
sociale”. Anche se “si tratta solo di una goccia in mezzo al mare”, tuttavia il presule
sottolinea che “in tutte le diocesi del Paese, la Chiesa si organizza per restare
accanto a coloro che soffrono”, soprattutto là dove mancano “cibo, sistemi sanitari,
strutture educative ed altri strumenti di sviluppo”. (I.P.)