Bomba a Lamezia Terme contro un centro per immigrati. Don Panizza: andiamo avanti
Hanno scelto il Natale per mandare un nuovo pesante messaggio a don Giacomo Panizza,
attivo contro la ‘ndrangheta a Lamezia Terme in Calabria. Una bomba è stata fatta
esplodere, infatti, domenica sera davanti all’ingresso di un centro per minori stranieri
non accompagnati realizzato dalla sua comunità “Progetto Sud” in un bene confiscato
alla cosca Torcasio. L’ordigno fortunatamente ha provocato solo danni materiali. Della
gravità di questo episodio e della situazione generale a Lamezia Terme, Irene Pugliese
ne ha parlato con don Giacomo Panizza:
R. – In questo
periodo, in quest’ultimo mese e mezzo, a Lamezia Terme stanno scoppiando bombe, si
stanno verificando sparatorie non per uccidere, ma per ferire… Stanno mandando dei
messaggi. Che tornino a terrorizzare la città, questo episodicamente avviene. Che
ritornino sulla comunità “Progetto Sud” e sul volontariato, sulle persone con disabilità,
sulle persone immigrate: questo non me lo sarei aspettato …
D. – E’
la prima volta, però, che viene fatta esplodere una bomba davanti a una villa appartenuta
ad un boss della ‘ndrangheta. Nessuna cosca, infatti, solitamente danneggia un immobile
che è stato di sua proprietà. Che cosa significa, dunque, quello che è successo il
25 dicembre?
R. – Che il futuro avrà sorprese pesanti. Allora, sia che
siano stati i vecchi proprietari, sia che siano i nuovi che vogliono controllare il
territorio, significa che bisogna aspettarsi delle sorprese. Sorprese brutte.
D.
– Perché, secondo lei, la ‘ndrangheta ha voluto compiere un gesto così forte nel giorno
di Natale?
R. – E’ un messaggio religioso… Li usano anche questo tipo
di messaggi, purtroppo. Usano le feste, usano le immagini religiose. E' una deviazione
della religione, ma non soltanto interpretativa: è deviazione perché la gente è attaccata
a una certa religiosità e loro utilizzano lo stesso linguaggio per portarsi la gente
dalla loro parte.
D. – Il Papa, lo scorso ottobre, era stato per la
prima volta in Calabria e nell’omelia aveva fatto appello ai giovani perché siano
una nuova generazione capace di promuovere non gli interessi di parte, ma il bene
comune. E ai calabresi aveva detto: “Non cedete mai alla tentazione del pessimismo
e del ripiegamento su voi stessi”…
R. – Questa operazione come reazione,
ma non solo come reazione: la reazione bisogna considerarla. Ma questa proposta del
Papa va vista in questi termini: la utilizziamo sia per reagire, ma anche come proposta
per il futuro. Questa non è soltanto una guerra di difesa: questa è una proposta di
vita grande. Fare in modo che con i giovani, con le persone con disabilità, con i
poveri, con chi ha problemi partecipiamo insieme a costruire la Calabria del futuro.
(gf)