Argentina: i vescovi ricordano la povertà e l’esclusione di molti cittadini
In occasione della celebrazione del Natale, i vescovi dell’Argentina hanno voluto
esprimere la propria preoccupazione per la situazione dei poveri e degli esclusi,
e hanno ribadito che la vita deve essere protetta dalla legge fin dal concepimento,
durante lo sviluppo e fino alla morte naturale. Nei loro messaggi alle diverse comunità
diocesane, di cui è pervenuta copia all’agenzia Fides, i vescovi hanno sottolineato
la situazione di esclusione, gli abusi, le violenze e l'emarginazione crescente dei
giovani, che vivono in una povertà strutturale. Infatti l'estrema povertà è diventata
ormai strutturale, come dimostrano le statistiche allarmanti che rilevano come molti
adolescenti e giovani siano figli di genitori non non hanno mai lavorato. Non si tratta
solo dell'impossibilità o della difficoltà di trovare un lavoro, ma della perdita
della “cultura del lavoro”, il che significa un grande declino sociale e culturale.
Nelle parole dell'arcivescovo di Santa Fé e nuovo presidente della Conferenza dei
vescovi argentini, mons. José María Arancedo, si evidenzia che "la violenza e l'abuso
infantile, la presenza della droga che danneggia i nostri giovani, l’emarginazione
e l’esclusione, continuano ad essere le sfide che dobbiamo assumere in modo urgente".
Da parte sua, l'arcivescovo di Mar del Plata, mons. Antonio Marino, ha detto che è
un compito urgente lavorare per sradicare la povertà, istruire e educare senza esclusioni
e difendere l'integrità fisica dei giovani. L'arcivescovo di Tucuman, mons. Alfredo
Zecca, ha sottolineato che molte volte non c’è l’esatta comprensione dei termini,
in quanto avversario non significa nemico, discutere non significa litigare, e le
cose importanti meritano di essere discusse. Proprio per questo c'è un legislatore,
il parlamento, le istituzioni che possono promuovere incontri. Mons. Zecca ha anche
aggiunto: "Benedetto sia Dio perché possiamo, in una società democratica e pluralista,
esprimere i nostri pensieri, e dobbiamo sempre ringraziare per avere la libertà d’espressione".
(R.P.)