Filippine: potrebbe salire a 2000 morti il bilancio del tifone Washi
Potrebbe salire a 2000 morti il bilancio della tempesta tropicale Washi che una decina
di giorni fa ha colpito l’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Lo affermano
le autorità locali. Finora i corpi recuperati sono oltre 1200, ma centinaia di persone
risultano disperse. Immediato l’intervento della comunità internazionale con l’invio
di aiuti umanitari. Migliaia sono gli sfollati che hanno bisogno di soccorsi urgenti,
come afferma, al microfono di Federico Piana, il presidente di Unicef-Italia,
Paola Bianchi:
R. – Gli
sfollati superano i 400 mila. Le famiglie alle quali l’Unicef, nei primi due giorni
dalla tempesta tropicale Washi, è riuscita a portare aiuti attraverso la fornitura
di kit di potabilizzazione dell’acqua ed igienico-sanitari sono ben 15 mila. Questi
sono stati i primi interventi resi necessari ed indispensabili; perché la tempesta
tropicale ha completamente distrutto la rete idrica delle città di Cagayan de Oro
e di Iligan, che sono le più popolose dell’isola di Mindanao, nelle Filippine. Questo
consente di intervenire in prima battuta per evitare che ci siano problemi di ordine
sanitario, e quindi l’acqua potabile prima di tutto.
D. – I bambini
colpiti da queste inondazioni sono 200 mila. Conferma questo dato?
R.
– Le vittime sono tantissime: 20 mila di questi bambini sono già ospiti dei centri
di accoglienza e ricevono lì tutte le cure del caso. A brevissimo si procederà anche
con il loro censimento, perché tutti sappiamo, per esperienza, che quando accadono
eventi di questo tipo c’è la dispersione dei bambini dalle loro famiglie. Sarà perciò
necessario prevenire ogni genere di problema legato alla sparizione dei bambini e
quindi si procederà con il censimento. Sarà poi la volta del ricongiungimento con
le loro famiglie laddove si rendesse necessario.
D. – Quanto serve in
denaro?
R. – L’appello dell’Unicef Internazionale è di 5,8 milioni di
dollari. Sono veramente tanti. L’appello è che dobbiamo donare, siamo chiamati tutti
a fare la nostra parte affinché in questa zona del mondo si possa intervenire in maniera
efficace. La speranza è innanzitutto quella che questo Natale possa essere un buon
Natale anche per loro. (vv)
L’alluvione a Mindanao del nord,
"ha fatto riscoprire ai filippini l’importanza del Natale, della preghiera e della
gratuità. Nelle parrocchie dell’isola, ricchi e poveri hanno donato viveri, vestiti
e denaro da inviare nei vari centri per i rifugiati di Cagayan de Oro e Illigan City.
La sera della Vigilia i bambini e i giovani dei campi profughi hanno cantato per le
città devastate, portando un segno di speranza e gioia a chi come loro ha perso tutto”.
È quanto afferma all'agenzia AsiaNews, padre Giulio Mariani, missionario del Pontificio
Istituto Missioni Estere a Zamboanga. Il sacerdote sottolinea che dove non arrivano
i soccorsi, i privati hanno organizzato raccolte di acqua potabile, cibo e medicine.
“Per aiutare gli alluvionati – afferma - la popolazione ha anche risparmiato su luci,
addobbi e fuochi d’artificio. I parroci hanno invitato tutti, soprattutto i più giovani
a non comprare petardi, ma ad accendere una candela per le vittime e a fare donazioni
per i sopravvissuti”. (R.P.)