Amnesty International ricorda le buone notizie del 2011
Le buone notizie del 2011: le ha raccolte Amnesty International che elenca le migliori
novità arrivate nel corso dell’anno che sta per terminare. Prigionieri politici liberati,
condanne a morte commutate e tanto altro. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
L’elenco
delle buone notizie è importante e testimonia il risultato dell’impegno di chi ha
a cuore la difesa dei diritti umani. Si va dalla liberazione dei prigionieri politici
e di coscienza in Tunisia, Cuba, Iran, e Myanmar, ai successi nella lotta alla pena
di morte, come quello ottenuto nell’Illinois, divenuto il 16.mo Stato degli Usa ad
abolirla. Christine Weise, presidente di Amnesty Italia:
R.
– Senz’altro, è stato molto significativo che all’inizio dell’anno, a gennaio, siano
stati liberati tutti i prigionieri politici in Tunisia, perché chiaramente abbiamo
visto quest’anno quanto sia stato importante anche il movimento per la democrazia,
per la libertà di tutti i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.
D.
– Una parte abbastanza ampia l’avete ovviamente riservata al percorso della giustizia
internazionale nei Balcani, per quanto riguarda quella che fu la tragedia della Bosnia…
R.
– Infatti, c’è stato in particolare un arresto importante, il 26 maggio, quando è
stato fermato Ratko Mladić, sospettato di gravissimi crimini
di guerra, in relazione alla strage di Srebrenica del 1995, quando sono state uccise
ottomila persone. Un altro caso di giustizia, a questo punto, nazionale e non internazionale,
molto importante per quanto riguarda la violenza contro le donne è avvenuto quest’anno,
quando per la prima volta è stato condannato un colonnello congolese per avere ordinato
lo stupro di 35 donne in un villaggio. E’ molto importante che nella Repubblica democratica
del Congo dopo che migliaia e migliaia di donne sono state violentate, finalmente
si cominci a fare giustizia, anche grazie ad un ampio movimento di donne, che sempre
di più chiedono giustizia.
D. – Quali buone notizie vorrete dare tra
un anno?
R. – Un obiettivo importante riguarda l’Italia. Vorremmo che
qui finissero, una volta per tutte, gli sgomberi dei rom nei campi. Abbiamo visto
quest’anno, tra le nostre buone notizie, che il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo
lo stato di emergenza, proclamato nel 2008, e che aboliva per le popolazioni rom determinati
diritti, come quello di poter fare ricorso in caso di sgombero forzato. (ap)