Nella Colombia devastata dalle alluvioni il Natale annuncia il Vangelo della solidarietà
Il dolore per oltre 120 vittime a causa delle alluvioni nel mese di dicembre, ma anche
la speranza per nuovi spiragli di pace con i guerriglieri. È il duplice stato d’animo
con cui la Colombia vive il Santo Natale. È quanto sottolinea al microfono di Amedeo
Lomonaco l’arcivescovo di Bogotá, mons. Rubén Salazar Gómez:
R. – In Colombia
è un Natale un po’ triste perchè in questi giorni ci sono state alluvioni a causa
di questa pioggia eccessiva. Nel Paese regna un sentimento di tristezza ma c’è anche
la speranza che il Paese possa tirarsi su, l’anno prossimo, perchè ci sono tanti progetti
per la pace, per la giustizia, per il bene di tutti.
D. - La Chiesa
ha ribadito la propria disponibilità a dialogare direttamente con la guerriglia, con
le forze armate rivoluzionarie. La via del dialogo è possibile?
R. –
Senz’altro la via del dialogo è sempre possibile ma non è tanto facile perchè il governo
non vuole che ci sia un dialogo se non ci sono stati prima tutti i passi necessari
per ottenere una possibilità di successo, perchè in altre occasioni questi dialoghi
sono stati assolutamente inutili. Noi siamo sempre disponibili e noi facciamo del
nostro meglio perchè sia possibile la pace nel nostro Paese.
D. – Progetti
per la pace, per la giustizia, in cui la Chiesa è sempre in prima linea?
R.
– Sì, noi come Chiesa non possiamo avere nostri progetti perchè il governo cerca di
mediare per ottenere la pace con questi gruppi. Ma penso che la Chiesa eserciti sempre
un ruolo importante perchè noi predichiamo il Vangelo - il Vangelo della pace, il
Vangelo della giustizia, il Vangelo della fraternità, il Vangelo della solidarietà
- e questa è la condizione per avere la pace nel nostro Paese.
D. –
Ci sono ancora molti ostaggi nelle mani della guerriglia?
R. – Non si
conosce il numero esatto perchè è un numero che dipende da tante cose e ci sono anche
persone sequestrate che non sono state denunciate, ma comunque c’è la certezza che
siano ancora parecchi. Finchè non sarà liberato l’ultimo sequestrato dobbiamo lottare
tutti quanti per la liberazione di tutti gli ostaggi.