L’Europa e la crisi, mons. Giordano: i cristiani chiamati a dare un contributo di
speranza
Per l’Europa, il 2011 è stato un anno fortemente segnato dalla crisi economica che
ha portato anche a forti tensioni sociali ed imponenti manifestazioni di piazza, in
particolare in Grecia e Spagna. Sulle radici di questa crisi e il messaggio di speranza
che i cristiani sono chiamati a dare, soprattutto in questo tempo forte del Natale,
Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Aldo Giordano, osservatore
permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa:
R. – Io vedo
questa situazione di crisi – la parola oggi dominante in Europa – nel fatto che ci
sono dei segnali molto contrastanti, c’è una tensione che ha degli elementi tragici.
Da una parte, la crisi economica risveglia la coscienza, che dobbiamo affrontare la
questione tutti insieme in Europa, ma dall’altra parte noi assistiamo alla tendenza
di una fuga dalla dimensione europea, dalla dimensione comune e una riconcentrazione
sulle questioni più nazionali e la difficoltà di una ricerca di un bene comune. Da
una parte siamo coscienti che la crisi ha una dimensione mondiale, quindi esigerebbe
un’attenzione a tutti i popoli della terra, dall’altra l’Europa è quasi indifferente
a ciò che succede nel Corno d’Africa, al fatto che lì si muore radicalmente di fame.
Da una parte, c’è l’esigenza di una nuova sobrietà, di un’eticità anche di vita, di
esistenza, di una correzione al sistema dei consumi o anche al sistema dello sviluppo
intero e ognuno dovrebbe contribuire a questo. D’altra parte, però, in Europa assistiamo
anche a delle spese scandalose.
D. – Quale contributo di speranza i
cristiani possono dare all’Europa in questa difficile fase di crisi?
R.
– Il primo contributo dei cristiani è il Vangelo stesso, è la buona notizia che Dio
è venuto fra di noi, che Dio ha dato la vita per noi ed è risorto. Questa grande notizia
è l’unica notizia che veramente si aspetta l’umanità e il popolo europeo. Quindi,
è Dio la novità e che i cristiani possono dare e anche restituire Dio nello spazio
pubblico. Un altro aspetto che sottolinerei è l’aspetto del pensare, della cultura:
il mondo di oggi ha bisogno di idee, ha bisogno di pensieri, ha bisogno di approfondimenti.
Forse qui anche l’Europa che è stata segnata, animata dal cristianesimo potrebbe ritrovare
proprio nel mondo del pensiero un suo contributo originale da dare alle altre regioni
della Terra. (ap)