2011-12-25 14:40:14

Il primo Natale del Sud Sudan tra desiderio di pace e voglia di ricominciare


Per una nazione, quella del Sud Sudan, questo è il primo Natale festeggiato in un Paese sovrano, dichiarato indipendente lo scorso mese di luglio. Amedeo Lomonaco ha raggiunto telefonicamente a Juba padre Daniele Moschetti, superiore provinciale dei Missionari Comboniani in Sud Sudan:RealAudioMP3

R. - La venuta del Signore è celebrata doppiamente. È anche la prima volta che lo facciamo in questo Paese, nato appena cinque mesi fa. Ha un grande valore, ma le problematiche sono molto grandi: c’è il debito internazionale da pagare, i confini da delimitare, il discorso della spartizione del petrolio e si deve stabilire quanta percentuale possa ottenere il Nord. Questo ha creato, nelle ultime settimane, davvero molta tensione. Ci sono ancora grossi debiti che il Sud deve pagare al Nord per delle commesse che ha ricevuto e delle royalties, cioè dei diritti, sul petrolio. Non dobbiamo dimenticare che fra tre mesi abbiamo un’altra scadenza molto importante: quella della cittadinanza. Il 9 marzo prossimo scadranno i termini per quanto riguarda la cittadinanza dei sud sudanesi che vivono a Khartoum. Tra l’altro, nei pressi di Khartoum, ci sono ancora più di due milioni di persone, il che vuol dire molti rifugiati. In questo momento ne stanno scendendo a migliaia.

D. – Si deve poi aggiungere che l’Onu ha lanciato l’allarme sulla grave crisi in Sud Sudan, dove almeno 2,7 milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari. Il Sud Sudan è pronto per affrontare quest’emergenza alimentare?

R. - Il Paese non ha grandi infrastrutture, non ne ha quasi per niente. Siamo proprio all’inizio di un grande cammino di ricostruzione del Paese. Se continuerà questa fase difficile, dove la gente deve scappare dalle zone al confine ma anche da zone dove c’è la guerra civile - quindi i due Stati del Nord Sudan, il Blue Nile ed il Sud Kordofan - non è facile trovare una soluzione. Dovrebbe esserci la disponibilità ad un vero dialogo, si dovrà trovare una soluzione a queste problematiche. Il Sud del Paese è già molto povero e quello del Nord, dal punto di vista economico, è crollato proprio per il fatto che il petrolio oggi viene pagato al Sud. Nonostante questo, c’è tanta speranza e voglia di ricominciare in un Paese che ha davvero tanto bisogno di ritrovare se stesso. E la gente ha voglia di pace. (vv)







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