Pakistan: il caso Asia Bibi “sul tavolo del Ministero degli Interni”
Il rapporto sulle drammatiche condizioni di salute di Asia Bibi, la cristiana condannata
a morte ingiustamente per blasfemia, è stato inviato al Ministero federale dell’Interno
del Pakistan dalla “Masihi Foundation”, l’Organizzazione non governativa che si occupa
dell’assistenza legale e materiale della donna. L’Ong, come riferito all'agenzia Fides,
segnala come “le condizioni psicofisiche della donna siano in netto peggioramento”
e come “urgano controlli e cure mediche per evitare che la sua salute fisica e soprattutto
mentale venga irrimediabilmente compromessa”. L’Ong auspica che il Ministero prenda
immediati provvedimenti per tutelare la vita di Asia Bibi e disponga l’intervento
di un team di medici. Sul caso di Asia Bibi, patente esempio di violazione dei diritti
umani, della libertà religiosa e della giustizia, si sono espresse di recente anche
istituzioni internazionali come il Parlamento Europeo e il Parlamento del Canada.
In un risoluzione approvata il 17 dicembre, il Parlamento della UE, toccando il tema
dei diritti delle donne in Asia, esprime “profonda preoccupazione per la gestione
del processo contro Asia Bibi, che potrebbe ulteriormente erodere la fiducia nel sistema
giudiziario del Pakistan e incoraggiare coloro che cercano di violare i diritti delle
donne”. Nei giorni scorsi anche il Parlamento canadese ha chiesto la liberazione di
Asia Bibi. In un messaggio congiunto, i deputati di Camera e Senato “invitano il governo
del Pakistan a rilasciare immediatamente Asia Bibi, a garantire la sua sicurezza e
il suo benessere, ad ascoltare il grido della comunità internazionale e a rispettare
i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. (R.P.)