2011-12-22 08:29:44

SABATINELLI-Italia/neonazismo-Politi


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R. - Ritengo che fatti come questi non costituiscano di per sé un particolare sintomo di rischio, anche se devono essere monitorati. Credo che più che focalizzarci su queste forme ideologizzate di violenza, dobbiamo fare attenzione ad altri tipi di tensioni che possono sorgere in periodi di grande trasformazione e di grande difficoltà come questo, che non necessariamente possono prendere le forme di precise ideologie appartenenti al passato. Ci sono forme di aggregazione e di reazione ad un disagio - soprattutto non economico - che, per ora, hanno un andamento tranquillo e quiescente. C’è, però, sempre il rischio che qualcuna di queste reazioni possa prendere un’altra strada ed uscir fuori.

D. - Identificare questi fenomeni, metterli sotto la casella “neofascisti e neonazisti” è riduttivo?

R. - Potrebbe esserlo. Non credo che rigurgiti di tipo neofascista o neonazista abbiano alcuna possibilità, però altri pericoli potrebbero venire da altre forme di disagio o fanatismo, che potrebbero avere volti completamente diversi da quelli del passato.

D. - Stenderebbe questo discorso anche ai Paesi dell’Europa del nord?

R. - Questo discorso non è specificamente italiano: riguarda quantomeno l’Europa ed anche gli Stati Uniti d’America. La rapida trasformazione genera inevitabilmente degli stati di disagio specifici perché viene a gravare, con un carico eccessivo, le stesse capacità che ha la nostra mente di assorbire e di adattarsi al nuovo. (vv)







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