Messico: emendamento per le celebrazioni pubbliche di eventi religiosi
La Camera dei Deputati messicana ha appena approvato, con i voti del Partito Azione
Nazionale (Pan), la proposta del Presidente Felipe Calderon e del Pri (Partido Revolucionario
Institucional): si tratta di un emendamento all'articolo 24 della Costituzione che
permette la celebrazione pubblica di eventi religiosi senza chiedere prima il permesso.
Anche se manca ancora l'approvazione del Senato, il cambiamento ha diviso il Pri e
ha allarmato la sinistra, temendo che questa modifica diventi la porta attraverso
cui le organizzazioni religiose possano riuscire ad ottenere concessioni per la radio
e la televisione o per entrare nel sistema educativo. Dalle informazioni raccolte
dall'agenzia Fides, la situazione non è del tutto tranquilla, in quanto un gruppo
di politici insiste per limitare questa "libertà di culto". Per esempio, secondo la
Segretaria della Commissione per i Diritti Umani della Camera dei Deputati, Enoé Uranga,
bisogna specificare ogni cosa per evitare interpretazioni errate. Dalle interviste
rilasciate alla stampa, la deputata Paola Rojas (Prd) ha affermato che non è la stessa
cosa celebrare il culto in un locale chiuso e uscire a manifestare per strada per
motivi religiosi. C'è un cambiamento radicale nel concetto dell'articolo 24: dal concetto
di libertà religiosa adesso si è passati a quello di libertà di religione. Quindi
non è un privilegio della Chiesa cattolica, ma un'apertura a tutte le religioni. Il
cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Mexico, alla domanda sulla riforma
fatta alla Camera dei Deputati sull'articolo 24 della Costituzione, ha risposto che
si trattava di qualcosa di previsto, perché già il Primo articolo parla dei diritti
uguali per tutti i messicani, e questa riforma è necessaria perché esprime come la
Costituzione si adegui ai trattati internazionali che il Paese ha ratificato. "Ogni
essere umano ha diritto alla libertà religiosa, di credere o non credere, e praticare
o non praticare. Tutti coloro che credono nei diritti umani devono rallegrarsi, perché
questo concetto è stato finalmente applicato nell'articolo Primo della Costituzione".
(R.P.)