2011-12-20 14:36:21

Avvento. Mons. Sigalini: è il tempo adatto per cambiare il cuore e imparare a seguire Cristo


In occasione dell’udienza di ieri ai ragazzi dell’Azione Cattolica, Benedetto XVI ha rivolto un saluto speciale a mons. Domenico Sigalini, assistente generale dell’organizzazione cattolica e vescovo di Palestrina. Il presule, nel settembre scorso, durante un’escursione era incorso in un grave incidente che lo ha costretto a un lungo ricovero. Fabio Colagrande lo ha intervistato per chiedergli innanzitutto una riflessione su questo Avvento 2011, caratterizzato in Italia dalla crisi economica e dagli scontri sociali:RealAudioMP3

R. – Stiamo facendo tutti i sacrifici, tutti siamo tesi a venire fuori da queste speculazioni finanziarie, che purtroppo ci stiamo portando dietro da parecchi decenni e di cui siamo tutti responsabili. Questo affanno, però, deve essere mitigato da una speranza, secondo me: non sarà soltanto il mettere a posto i conti che ci darà un nuovo volto come società italiana: sarà anche un nuovo atteggiamento di collaborazione, di solidarietà, di sacrificio e non ho paura a dire questa parola, perché ne ho fatti un po’. La nostra vita vale per la coscienza che la sorregge: non soltanto per i grandi eventi o le grandi manifestazioni, ma perché c’è una coscienza che si converte. Noi a Natale vorremmo dire a tutti gli uomini di avere questa fiducia nel Signore, di farci cambiare il cuore, perché se cambiamo il cuore, cambia anche tutta una serie di atteggiamenti e di contrapposizioni che tante volte sono sole ideologici.

D. – Il Natale, che è per tradizione la festa dell’abbondanza, può essere anche la festa della sobrietà?

R. – Io penso proprio di sì, perché quando ero bambino io non c’era tutto questo splendore, però il Natale lo vivevamo bene: come bambini ci bastava poco e ci sembrava bello il clima della famiglia, in cui il papà e la mamma stavano di più con noi figli. Anche per noi, oggi il Natale può essere vissuto di più come un momento in cui prendiamo in mano la vita. In questi giorni, come tutti i presbiteri prego con la Liturgia delle ore che ci fa vedere tutta la trama che c’è dietro il Natale: un popolo che è incapace di seguire Dio, che continuamente si allontana e Dio che continua ad inseguirlo e lo insegue finalmente facendosi uomo. Noi siamo in buona compagnia e tutto questo mi pare essere il messaggio vero del Natale.

D. – Mons. Sigalini, abbiamo ricordato il gravissimo incidente di cui è stato vittima il settembre scorso: questa esperienza di vita cosa le ha portato come uomo, ma anche come pastore?

R. – Devo dire che la fragilità umana mi ha proprio colpito in pieno: i piani che ho fatto, li so solo io, in tante notti insonni... Poi ho deciso che questa prova che il Signore mi ha dato – causata da me, anche se non capita niente che il Signore non permetta – sia stata una prova anche di amore, perché la Croce per il cristiano è un distintivo assolutamente ineliminabile. Io ho sempre avuto paura della sofferenza, tanto che – in maniera un po’ banale, come so fare io con le mi battute – dico sempre a Gesù: “Io penso a vivere costantemente la confessione, Tu fammi morire improvvisamente...”. Quasi mi stava prendendo in parola… Ho paura della sofferenza e invece la sofferenza è una risorsa: è una risorsa che ti permette di cambiare la vita, di scoprire solidarietà. Io ringrazio tutti quelli che hanno pregato per me. Sto guardando tutte le e-mail che mi sono arrivate e devo dire che sono meravigliato di quanta gente abbia pensato e abbia pregato perché potessi tornare ad una pienezza di vita. Il Papa ieri mi ha detto: “Si vede che Dio ha bisogno di te”… Con questo tipo di pensieri sono riuscito a superare anche queste difficoltà umane, delle quali non mi vergogno perché quando c’è il dolore, il pianto lo solleva un poco, anche se non è l’ultima parola: l’ultima parola è abbandonarsi a Dio. (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.