Vivere l'Avvento leggendo Isaia: la proposta di un libro scritto da due teologhe
Rileggere alcune pagine dell’Antico Testamento per prepararsi meglio al Natale: questo
l’invito del libro “Una speranza di giustizia e pace-Ogni giorno di Avvento con Isaia”,
delle edizioni Messaggero Padova, scritto dalle teologhe Serena Noceti e Nadia
Toschi. Quest’ultima, coordinatrice dell’Ufficio liturgico della diocesi di Firenze,
al microfono di Fabio Colagrande spiega come interpretare correttamente la
visione del profeta Isaia di un mondo diviso tra l’ingiustizia degli uomini e la giustizia
di Dio:
R. - È una
percezione corretta, ma direi soltanto apparentemente. Il profeta, per esempio, nel
capitolo 32 ci presenta questo ritratto di una società governata secondo giustizia,
una società costruita appunto secondo il progetto di Dio, nella quale i rapporti saranno
rinnovati alla luce della solidarietà e tutti, secondo questo racconto di Isaia ne
sperimenteranno i frutti: la pace, il benessere, la libertà, la sicurezza sociale,
l’armonia con il creato. Questa società che il profeta ci presenta è davvero distante
dalla nostra società e tuttavia, anche se adesso sperimentiamo il limite, la fatica
della condizione presente, già in questa nostra storia noi sappiamo che Dio opera
attraverso il suo spirito. La teologia dei profeti non è teologia di due regni contrapposti,
quello degli uomini da una parte e quello di Dio dall’altra; è per questo che ci sentiamo
chiamati non solo ad attendere il Regno ma ad affrettarne il compimento.
D.
– Il profeta Isaia annuncia il nome del Signore un futuro di speranza e consolazione
per tutti. Al termine del cammino di Avvento possiamo dire che sta però a noi permettere
al Signore di compiere il suo progetto, di venire a salvarci. Come possiamo favorire
questo Avvento?
R. – Noi sappiamo, come ci ricorda il Natale, che è
cominciata una "stagione nuova". Eppure a volte siamo tentati di lasciarci prendere
dalla paura, anche dal panico. Basta pensare, per dire un evento davvero drammatico,
a quello che è successo proprio qui nella mia città, a Firenze, qualche giorno fa:
la folle e drammatica uccisione dei due fratelli della comunità senegalese. Dobbiamo
denunciare con forza questa violenza, respingere ogni gesto, ogni idea che la fomenti,
senza mai cedere alla tentazione del pessimismo, della rinuncia. La via della virtù
ci insegna proprio questo: esercitarci a cercare il bene e a compierlo qui e ora cominciando
dalle piccole cose. Basta davvero aprire un piccolo spiraglio nella porta del nostro
cuore, perché il Signore possa entrarvi con il suo spirito e possa rassicurare la
nostra vita. (bf)