Lunedì
19 dicembre 2011 - Benedetto XVI all'Angelus di ieri: "... 'Come avverrà
questo, poiché non conosco uomo?” (Lc 1,34). Nella sua semplicità, Maria è sapientissima:
non dubita del potere di Dio, ma vuole capire meglio la sua volontà, per conformarsi
completamente a questa volontà. Maria è infinitamente superata dal Mistero, eppure
occupa perfettamente il posto che, al centro di esso, le è stato assegnato. Il suo
cuore e la sua mente sono pienamente umili, e, proprio per la sua singolare umiltà,
Dio aspetta il “sì” di questa fanciulla per realizzare il suo disegno." Il
basso della terra, e della grotta, del luogo infino che Dio ha sceso per farsi uomo.
E la bellezza di questa sintesi fra basso e alto, fra la miseria della condizione
umana e la sua grandezza. E l'umiltà di un papa che va a trovare i detenuti,
come ieri il Santo Padre a Rebibbia e ascolta le loro umili storie, e a cui
ricorda l'altra immensa sintesi divina, fra giustizia e perdono, che a noi appare
incomprensibile. Poi l'umiltà dell'uomo verso la natura, ancora insufficiente,
a guardare i risultati degli accordi di Durban. E l'umiltà del drammaturgo
presidente Vaclav Havel, che con umiltà guidò la cosiddetta rivoluzione di
velluto nel suo paese... E poi l'umiltà per ecellenza, quella del Mahtma Gandhi,
del quale riascoltiamo alcuni precetti sulla pace dalla voce del grande Giulio
Bosetti...