Filippine: forte solidarietà fra le vittime del tifone. "Grazie al Papa per l’incoraggiamento”
L’emergenza è forte, c’è grande sconforto ma “altrettanto forte è la solidarietà fra
le vittime”, mentre “le parole del Papa sono per tutti un grande incoraggiamento”:
è quanto dice all’agenzia Fides mons. Antonio J. Ledesma, arcivescovo di Cagayan de
Oro, nel Nord dell’isola di Mindanao, severamente colpita nei giorni scorsi dal tifone
Sendong, che ha causato vittime in 47 municipalità nell’area delle città di Cagayan
de Oro e Iligan City. Secondo il “National Disaster Risk Reduction and Management
Council”, i morti sono 652 e i dispersi oltre 900, mentre il bilancio continua a crescere.
“Abbiamo appena finito un meeting di emergenza – racconta l’arcivescovo – lavoriamo
a stretto contatto con il governo e con le organizzazioni umanitarie. Il ‘Social Action
Center’ della nostra diocesi sta lavorando alacremente in 5 grandi centri di evacuazione.
Grazie ad un gran numero di volontari, stiamo distribuendo cibo, acqua e medicine.
Per le prossime 2-4 settimane dovremo trovare nuovi alloggi per i profughi che vivevano
lungo il fiume di Cagayan e occuparci della ricostruzione delle case. Abbiamo oltre
7.000 famiglie senza tetto, per un totale di oltre 40mila sfollati interni, nel territorio
diocesano”. Per la popolazione è un momento molto triste, nota l’arcivescovo: “C’è
grande dolore per le perdite di parenti e amici. Sono morti anche alcuni studenti
dell’Università cattolica di Cagayan e alcuni operatori pastorali. Ma lo spirito prevalente
è quello di aiuto reciproco fra le vittime. Ho inviato un messaggio di incoraggiamento
alla popolazione. Vogliamo condividere il dolore con le famiglie che hanno subito
lutti, e lanciare un forte appello alla solidarietà, per l’aiuto agli sfollati e anche
per costruire barriere sugli argini del fiume Cagayan”. La Chiesa locale, informa
il vescovo, sta ricevendo sostegno dalle altre diocesi filippine e da organizzazioni
umanitarie come “Misereor” (dei vescovi tedeschi) e “Catholic Relief Service” (dei
vescovi americani), che hanno diffuso appelli per l’assistenza umanitaria. La solidarietà,
continua mons. Ledesma, “se portata nel nome di Cristo, non fa distinzioni di religione
o di etnia: negli aiuti beneficiano anche fratelli di fede musulmana e delle comunità
indigene, nel territorio. Ieri – conclude l’arcivescovo – Benedetto XVI, a conclusione
dell’Angelus, ha fatto un appello per noi: vorremo ringraziarlo di cuore. Abbiamo
apprezzato molto le sue parole di vicinanza e le sue preghiere. Abbiamo grande stima
per lui e la gente è profondamente confortata dall’incoraggiamento del Papa”. (R.P.)