2011-12-18 16:19:06

Nuovo libro di padre Raniero Cantalamessa “Eros e Agàpe”


Le due facce dell’amore umano e cristiano sono al centro delle riflessioni del nuovo libro di padre Raniero Cantalamessa “Eros e Agàpe”, pubblicato dalle edizioni San Paolo e presentato in questi giorni a Roma. Nel volume sono raccolte le meditazioni tenute alla Casa Pontificia durante la Quaresima del 2011, alla presenza di Papa Benedetto XVI, sulla scia delle due encicliche Deus Caritas est e Caritas in Veritate. Michele Raviart ha intervistato l’autore del volume:RealAudioMP3

R. –Questo libro, questa sintesi tra eros e agape, che riprendo dall’Enciclica del Papa, indica che l’amore umano non è solo l’amore di cervello, di dovere, è anche slancio, è anche desiderio, è anche ricerca dell’altro è dare all’altro la dignità di essere l’oggetto di un desiderio, di un amore. Questo indica l’importanza dell’eros. Però nell’amore umano ci deve essere anche l’agape, cioè la capacità di sacrificio, la capacità di non amare solo finché l’altro ti può dare qualcosa perché questo diventerebbe egoismo. L’importanza è tenere insieme questi due aspetti: cioè, che sia un amore capace di darsi all’altro, di farsi dono, ma non semplicemente considerando l’altro come uno che ha bisogno della tua carità, ma come qualcuno che è prezioso per te. Questo evidentemente ha applicazioni nel matrimonio.

D. – Ad un livello superiore c’è poi l’amore di Dio verso l’uomo…

R. – Sì, anche Dio ci desidera. Tutta la metafora dell’amore nuziale che percorre la Bibbia - Dio che si paragona a uno sposo, cerca la sposa… - non si spiegherebbe se non ci fosse da parte di Dio anche il desiderio dell’uomo, il bisogno dell’uomo, l’apprezzamento dell’amore umano. Anzi Dio ricerca il nostro amore infinitamente di più di quanto noi cerchiamo il suo, di cui abbiamo pure più bisogno.

D. – Questo amore deve essere anche un amore fattuale, un amore nella società: come questo può essere utile in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo?

R. – Nella situazione attuale bisognerebbe partire dal minimo denominatore comune e cioè non pretendere che siano sempre gli altri a pagare, perché tutti in questo momento vogliamo uscire dalla crisi, però tutti vogliamo che siano gli altri a pagare. Non è questo certamente l’amore cristiano e umano. Io credo che bisognerebbe fare uno sforzo per chiedersi: io, personalmente, come posso contribuire a questo? C’è bisogno di arricchire il nostro amore di una dimensione di dono, di donazione, di agape. (bf)







All the contents on this site are copyrighted ©.