Siria: messaggio dei patriarchi cattolici per la pace nel Paese
I tre patriarchi cattolici, riuniti ieri nel monastero di Sant'Efrem, residenza del
patriarca siro-ortodosso Ignazio Zakka I, a Seidnaya, nelle vicinanze di Damasco,
hanno firmato e pubblicato un messaggio comune, indirizzato ai loro fedeli ed a tutti
i cittadini siriani. I termini del loro messaggio, sono praticamente identici a quelli
del comunicato pubblicato il giorno prima dall'Assemblea della gerarchia cattolica
in Siria, al termine della sua sessione ordinaria. La riunione - riferisce l'agenzia
AsiaNews - si è svolta nella sede dell'arcivescovado siro-cattolico di Damasco sotto
la presidenza del patriarca greco-melkita cattolico Gregorios III, con la partecipazione
del patriarca siro-cattolico Ignazio Youssef III e del nunzio apostolico in Siria,
Mons. Mario Zenari. All'inizio dei loro lavori i responsabili delle Chiese hanno inviato
un messaggio al Papa, per confermare la loro fedeltà e la loro comunione con il successore
di Pietro, ed indicare che i loro lavori avrebbero avuto come focus non solo il seguito
dell'Assemblea speciale per il Medio oriente del Sinodo dei vescovi, e la preparazione
del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, ma anche la situazione in Siria. Il loro
comunicato finale – ripreso per quanto riguarda la Siria dal messaggio di Ignazio
Zakka I, Ignazio IV (greco-ortodosso) e Gregorios III – sulla situazione attuale merita
di essere citato testualmente; questo perché contrasta con precedenti dichiarazioni
degli stessi patriarchi e di diversi presuli, di appoggio incondizionato al presidente
Bashar Al-Assad, il cui nome, questa volta, non è menzionato nemmeno una volta. "Tra
tutti i temi oggetto delle preoccupazioni degli eccellentissimi padri – dice il comunicato
cattolico – c'è stato quello principale e maggiore di che cosa accade nella nostra
benamata Siria, cioè gli avvenimenti che si sono scatenati da nove mesi. I padri hanno
esaminato gli avvenimenti e ciò che gli stessi hanno causato nel Paese e tra i fedeli:
tragedie e sofferenze su più di un livello. Hanno espresso il loro profondo dolore
per quello che è successo, la loro tristezza per le vittime che sono cadute e la loro
paura per il deterioramento della situazione economica. Hanno espresso il loro fervido
augurio che la Siria si ricuperi dalle sue ferite, e per la riconciliazione dei suoi
figli tra di loro, nell'amore, nella tolleranza, nella cooperazione e nella saggezza,
e dando la preferenza al bene della Patria su ogni altro interesse, con il ritorno
alle loro radici, al loro patrimonio, alla loro coscienza, alla loro fiducia negli
scambi reciproci, e nella soluzione dei loro problemi da loro stessi". "I padri –
continua il documento dei cattolici – hanno rigettato ogni intervento straniero di
qualsiasi tipo e di qualsiasi provenienza, ed hanno chiesto la soppressione delle
sanzioni che sono state inflitte alla Siria sotto qualsiasi pretesto. Hanno rigettato
parimenti il ricorso alla violenza in qualsiasi forma ed hanno fatto appello alla
pace ed alla riconciliazione di tutti nel nome di Dio e della Patria. Hanno incoraggiato
le riforme ed i passi positivi decisi dal governo, facendo appello al rispetto dei
principi della giustizia, della libertà, della dignità umana, della giustizia sociale
e dei diritti dei concittadini". L'agenzia stampa statale Sana, che ha inizialmente
ignorato il comunicato dei Presuli cattolici, ha diffuso – nella tarda serata di ieri
in inglese e francese, e soltanto nella prima mattinata di oggi in arabo – un riassunto
del messaggio dei tre patriarchi, nel quale si insiste sul loro rifiuto delle ingerenze
straniere ed il loro appello alla soppressione delle sanzioni contro la Siria. (R.P.)