2011-12-16 13:38:35

Predica d'Avvento di padre Cantalamessa: evangelizza chi ha una profonda esperienza di Dio


Padre Raniero Cantalamessa ha tenuto nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, la sua terza Predica d’Avvento alla presenza del Papa e della Famiglia Pontificia. Il religioso cappuccino ha preso lo spunto dalla prima evangelizzazione del continente americano. Ce ne parla Sergio Centofanti:RealAudioMP3

“La cosa più grande che avvenne nel 1492 non fu che Cristoforo Colombo scoprì l’America, ma che l’America scoprì Gesù Cristo”: padre Cantalamessa parte da questa affermazione per ricordare la grande impresa missionaria compiuta nel continente americano. Un’impresa con luci e ombre, ma “le luci – osservava Giovanni Paolo II – sono maggiori delle ombre”:

“A un mondo senza peccato ma senza Gesù Cristo, la teologia ha mostrato di preferire un mondo con il peccato, ma con Gesù Cristo. ‘O felice colpa –esclama la liturgia pasquale nell’Exultet – che ci ha permesso di avere un tale e così grande redentore’. Non dovremmo dire lo steso dell’evangelizzazione di entrambe le Americhe, del Sud e del Nord? A un continente senza 'gli sbagli e le ombre' che accompagnarono la sua evangelizzazione, ma anche senza Cristo, chi non preferirebbe un continente con tali ombre, ma con Cristo? Quale cristiano, di destra o di sinistra (specie se sacerdote o religioso) potrebbe dire il contrario senza venir meno, per ciò stesso, alla propria fede?”.

Riferendosi all’attuale sfida missionaria, il predicatore della Casa Pontificia ha sottolineato l’eccessiva polarizzazione “presente ovunque nella Chiesa, ma particolarmente acuta in America Latina”, tra chi rappresenta l’anima attiva e chi l’anima contemplativa, tra i cattolici dell’impegno sociale per i poveri e i cattolici dell’annuncio di fede, come se la dimensione degli uni escludesse quella degli altri, ma non è così:

“C’è posto per gli e per gli altri. Di più, abbiamo bisogno gli uni degli altri, non potendo nessuno realizzare il vangelo integrale e rappresentare Cristo in tutti gli aspetti della sua vita. Ognuno dovrebbe, dunque, rallegrarsi che altri facciano quello che lui non può fare: chi coltiva la vita spirituale e l’annuncio della Parola che vi sia chi si dedica alla giustizia e alla promozione sociale, e viceversa. È sempre valido l’ammonimento dell’Apostolo: ‘Cessiamo una buona volta dal giudicarci gli uni gli altri!’ (cfr. Rom 14, 13)”.

Padre Cantalamessa ha infine parlato della crisi delle vocazioni negli ordini religiosi. La secolarizzazione – ha detto - è, certo, una delle cause di questo calo ma non è la sola. E’ infatti lo Spirito Santo ad attirare le persone e lo Spirito Santo va là “dove è amato, dove è invitato e dove è atteso”:

“Giovanni Paolo II esortava i religiosi e le religiose dell’America Latina a ‘evangelizzare a partire da una profonda esperienza di Dio’. È qui, credo, il punto: ‘una profonda esperienza di Dio’. È questo che attira le vocazioni e che crea le premesse per una nuova efficace ondata di evangelizzazione. L’adagio ‘nemo dat quod non habet’, nessuno può dare ciò che non ha, vale più che mai in questo campo”.







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