Usa. Campagna dei vescovi contro la povertà nel Paese
Circa il 15% della popolazione negli Stati Uniti vive in uno stato di povertà, di
cui una parte significativa è costituita da bambini. Si tratta di una realtà che da
tempo è al centro delle osservazioni dei vescovi, i quali al riguardo promuoveranno
nel mese di gennaio una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà tutte le diocesi
e che, fra l’altro, prevede il potenziamento della sezione dedicata alla riflessione
e alle proposte sul tema del contrasto alla povertà inclusa nel sito internet dell’United
States Conference of Catholic Bishops (Usccb). «La nostra cultura della vita — sottolinea
il vescovo di Sacramento, responsabile della campagna contro la povertà, Jaime Soto
— comincia con l’amore che ci lega alle speranze, alle gioie, alle lotte e alle sofferenze
delle persone, specialmente di coloro che sono poveri o comunque afflitti». In occasione
della campagna, l’episcopato divulgherà anche una serie di statistiche sullo stato
d’indigenza della popolazione. Tutte le parrocchie e le famiglie sono esortate a partecipare
all’iniziativa, unendosi nelle varie attività di sensibilizzazione a livello locale
con i responsabili della pastorale sociale e gli educatori delle scuole. In questo
contesto, - riferisce L'Osservatore Romano - si inserisce anche un recente appello
al sostegno dei disoccupati lanciato dal presidente del Committee on Domestic Justice
and Human Development della Usccb, il vescovo di Stockton, mons. Stephen Edward Blaire:
«Per milioni di lavoratori e le loro famiglie le difficoltà economiche continuano
a crescere. I vescovi cattolici degli Stati Uniti sostengono da lungo tempo che il
modo più efficace per costruire un’economia giusta è la disponibilità di un lavoro
dignitoso e di salari decenti». E conclude: «Quando l’economia non riesce a generare
posti di lavoro a sufficienza, c’è l’obbligo morale di proteggere la vita e la dignità
dei disoccupati e delle loro famiglie». (L.Z.)