2011-12-15 14:27:49

Sri Lanka: suor Elisa scagionata dall’accusa di vendere minori


È finalmente giustizia per suor Mary Eliza, delle Missionarie della Carità, arrestata nei giorni scorsi in Sri Lanka con l’accusa di adozioni illegali. Questa mattina il magistrato Yvonne Fernando ha scagionato la religiosa dalla grave imputazione e ha anche “consigliato” alla National Child Protection Authority (Ncpa) – all’origine delle accuse contro le suore – di gestire con maggior attenzione ogni sua futura indagine. Inoltre, la Ncpa dovrà restituire all’orfanotrofio delle Missionarie tutta la documentazione presa dall’ostello con l’arresto di suor Eliza. La suora era stata arrestata per la denuncia di “vendere bambini” ospitati nell’ostello per ragazze madri di Rawathawatte (Moratuwa, Colombo), gestito dalle suore di Madre Teresa. Il procuratore Nevil Abeyratne, citato dall'agenzia AsiaNews, ha dichiarato che la Ncpa ha agito “in modo irresponsabile” e ha offuscato l’immagine limpida delle suore di Madre Teresa, che da anni servono la società srilankese. La vicenda appare ancora più grave se si considera che su denuncia di una telefonata anonima, il 23 novembre scorso un gruppo di persone guidato da Anoma Dissanayake, presidente della Ncpa, ha circondato e fatto irruzione nell’ostello delle Missionarie, dove ha interrogato le ragazze presenti e trafugato documenti e registri della casa. Il 25 novembre è quindi scattato l’arresto per suor Eliza, rilasciata poi su cauzione il 29 novembre. Secondo suor Bernadette Fernando, segretario esecutivo della Conferenza delle superiore maggiori in Sri Lanka, le indagini condotte dagli inquirenti hanno provato che il Prem Nivasa non aveva alcuna attività illegale e che i bambini dell’ostello sono sempre stati adottati secondo le leggi dello Stato. In particolare, le accuse ruotavano intorno ai casi di tre ragazze minorenni: una era stata portata dalla polizia, dopo essere stata stuprata da un cugino; la seconda era stata mandata dal Probation Office (un organismo nazionale che risponde al ministero degli Affari sociali); la terza è una vittima dello tsunami, senza più nessun familiare al mondo. Di fronte a questa ingiustizia si è registrato anche il fermo intervento del cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, che aveva annunciato una serrata dagli impegni istituzionali finché le accuse non fossero state ritirate. (M.G.)







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