2011-12-15 14:40:35

Il più antico manoscritto paleoslavo in mostra al Palazzo della Cancelleria a Roma


Il “Codice Suprasliense”, il più antico manoscritto in cirillico conservato quasi integralmente fino ai nostri giorni, è in esposizione al Palazzo della Cancelleria a Roma. Nel volume, risalente al X secolo, sono riportate 24 vite di santi e 23 omelie. Su questa mostra, promossa dalle ambasciate di Bulgaria e di Polonia presso la Santa Sede in occasione della presidenza polacca dell’Unione Europea, si sofferma al microfono di Dimitar Gantchev, l’ambasciatore della Repubblica bulgara presso la Santa Sede, Nikola Kaludov:RealAudioMP3

R. – Questa mostra testimonia il contributo dei Paesi slavi allo sviluppo della civiltà europea cristiana. L’argomento è strettamente specialistico ed è comprensibile che attiri piuttosto l’attenzione degli scienziati e degli storici. Nel mondo globalizzato attuale, credo che sia di grande importanza - al primo posto - riuscire a preservare la nostra identità nazionale e, secondo, possedere vaste ed approfondite conoscenze e nozioni reciproche. Oggi, più che in qualunque altro momento del secolo scorso, le nazioni europee sono chiamate a prendere in considerazione e ad approfondire le radici della loro cultura e tradizione. Se nel XXI secolo ci permettiamo di trascurare le conoscenze umanistiche vuol dire estinguere anche la cultura umana.

Il “Codice Suprasliense”, scritto su pergamena con grafia accurata, fu rinvenuto nel 1823 presso il monastero basiliano di Supraśl, nell’odierna Polonia nordorientale. Dal manoscritto emergono importanti dati sulle fasi dello sviluppo della lingua paleoslava. Sull un messaggio sotteso alla mostra, incentrata su questo prezioso volume, ascoltiamo l’ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, Hanna Suchocka:RealAudioMP3

R. – E’ un messaggio molto chiaro, perché significa che i nuovi Paesi dell’Unione Europea sono in realtà i vecchi Paesi dell’Europa. Avendo questi Paesi un’antica cultura cristiana, portano questi valori all’Unione Europea. Vediamo chiaramente che l’Europa ha due polmoni, come diceva sempre Giovanni Paolo II, e questi due polmoni adesso devono incontrarsi e portare buoni frutti. Per me il fatto simbolico che San Cirillo e Metodio siano i due coopatroni europei è molto importante, perché significa che i patroni europei sono vissuti non solo in una parte dell’Europa, visto che la nostra Europa per 40 anni è stata fuori dell’Unione. Questo è un messaggio chiaro: noi siamo portatori dei valori nell’Europa comune assieme a quegli europei, chiamati da sempre “europei”; noi siamo i nuovi “europei”, anche se non è vero, perché siamo europei da sempre.(ap)







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