Il mondo delle sette al centro di un libro di Mara Macrì
Un vero e proprio manuale per districarsi nel complesso mondo delle sette. E’ il
volume “Nella tela del ragno” (Herald Editore) della giornalista e saggista Mara Macrì,
presentato ieri a Roma. Un’occasione per soffermarsi sul fenomeno spesso sottovalutato
di false organizzazioni mistiche e spirituali, che rischiano di plagiare le menti
più vulnerabili e indifese. Il servizio di Michele Raviart:
Un bisogno
che nasce da una carenza affettiva, da un disagio spirituale. Si cerca una risposta
facile alle difficoltà della vita contemporanea e si finisce in una spirale di coercizione
psicologica, che annichilisce la volontà e distrugge i legami con la famiglia e gli
affetti più cari. Questa è la realtà che subisce chi entra a contatto con il variegato
mondo delle sette, oggetto dello studio del volume di Mara Macrì. Un fenomeno diffuso
e sottovalutato. Il commento di Gino Saladini, medico legale
e criminologo:
“Nell’assenza, pressoché totale, oggi, di punti di riferimento
per i giovani, le sette offrono un falso approdo di tipo sacro, un falso approdo,
non soltanto di tipo religioso, ma anche di accettazione globale della persona. La
prima fase è questa “love bomb”, cioè una bomba d’amore, una bomba d’affetto, che
circonda queste persone e che poi, invece, pian piano diventa una manipolazione assoluta
e la perdita della propria autonomia”.
Ci si avvicina alle sette in
maniera del tutto volontaria, magari accedendo a un semplice corso di formazione,
rigorosamente a pagamento. Con il passare del tempo la setta diviene sempre più esigente
col nuovo adepto, chiedendo sempre più denaro e sostituendosi ai gruppi di riferimento
tradizionali. Ma a chi si rivolgono le sette? Vincenzo Mastronardi,
professore di Psicopatologia forense all’Università La Sapienza di Roma:
“Persone
giovani, ma a volte anche meno giovani, sino ad una media di 35, 37 anni, che hanno
necessità di chiedere aiuto a qualcuno, per particolari ‘defaillance’ esistenziali,
per particolari delusioni affettive: in quel momento di vuoto di potere - logico,
critico, analitico – hanno la necessità di aderire a qualcuno; si tratta poi di un
incontro perverso con megalomani carismatici che, con strategie di persuasione particolarmente
incisive, riescono quindi ad approfittare di un momento di maggiore labilità”.
Un
leader carismatico che guida sedicenti comunità di ritiro spirituale di ispirazione
new age, o più raramente, di matrice satanista e occulta. Un “eletto” autoproclamato,
che impone il proprio pensiero su tutti gli adepti. Mara Macrì,
autrice del volume:
“La possibilità di pensare autonomamente, di parlare
autonomamente, di poter esprimere un pensiero libero, nelle sette coercitive, in genere,
non è possibile: il mondo dell’informazione viene quasi sempre censurato, perché comunque
il mondo esterno è cattivo e qui bisogna rimanere all’interno proprio per dare la
possibilità a questi neofiti, membri, adepti, di vivere in una sorta di mondo migliore,
che è il loro”.
Le sette sono organizzazioni multiformi, difficilmente
monitorabili nell’era di Internet, e dalle quali è difficile uscire senza l’adeguato
sostegno psicologico. Tra le difficoltà oggettive per arginare il fenomeno, l’impossibilità
per le forze dell’ordine di agire d’ufficio, vista l’adesione volontaria alla setta.
L'opinione di Maria Carla Bocchino, dirigente del servizio centrale
operativo della Polizia di Stato:
“Chi accede, accede in modo assolutamente
volontario, e se dopo continua a stare lì vuol dire che ci crede. Come si fa a prendere
una persona, che non si rende conto, che sta cadendo nel baratro assieme ai suoi,
se non altro dal punto di vista economico, come si fa a dirle: ‘devi denunciare?’
Non se ne accorge. Probabilmente l’unico sistema è un sistema educativo - sia familiare
che istruttivo o scolastico – e sviluppare sempre uno spirito e un senso critico”.