2011-12-14 14:51:37

Myanmar: la Caritas invoca aiuti umanitari per gli sfollati kachin


Negli ultimi sei mesi la situazione degli sfollati interni di etnia kachin, nelle diocesi di Myitkyina e Banmaw (nel nord del Myanmar), si è aggravata, colpendo soprattutto donne e bambini. I profughi sono aumentati continuamente e attualmente sono circa 50mila. La Chiesa cattolica (tramite “Karuna”, la Caritas locale) e la Chiesa Battista, con grande sforzo e impegno di risorse, hanno organizzato campi e assicurato il sostentamento per 26mila sfollati, mentre altri 3.000 sono accolti in monasteri buddisti. E’ quanto afferma un dettagliato Rapporto inviato all’agenzia Fides dalla Caritas della diocesi di Banmaw, in prima linea nel monitoraggio della situazione e nell’assistenza. La Caritas lancia un appello per incentivare i programmi di assistenza umanitaria, sperando in una immediata cessazione delle ostilità. Lo stato Kachin, situato nella parte nord del Myanmar, conta circa 1,2 milioni di abitanti. Dopo gli scontri militari ripresi a giugno scorso, c’è stato “un esodo”, riferisce il documento: la popolazione ha dovuto abbandonare le proprie case, i campi e le fattorie, mentre le infrastrutture come strade e ponti sono andate distrutte. A partire dal giugno scorso, i siti e le case religiose – informa il Rapporto Caritas – sono divenute “campi di sfollati”, mentre altri campi sono stati allestiti nella giungla. Gli sfollati, per la maggior parte cristiani, sono impauriti e stentano a sopravvivere, potendo contare sugli aiuti umanitari della Chiesa cattolica e di quella battista e, nelle città, sul sostegno delle agenzie delle Nazioni Unite e di singole Organizzazioni non governative. Gli sfollati, informa il Rapporto, provengono da Njang Yang, Waingmaw, Banmaw, Momauk, Shwegu e Mansi e dalla zona compresa tra il fiume Irrawaddy e il confine con la Cina. Molti sfollati restano nella foresta per paura delle violenze dei militari, che alcune Ong hanno definito “crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. (R.P.)







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